In Italia, come in altri paesi Europei, la coltivazione del fagiolo ha subito una notevole riduzione negli ultimi decenni. Studi recenti hanno tuttavia evidenziato che vecchie varietà tipiche vengono ancora localmente coltivate da alcuni agricoltori. Negli ultimi anni si sta verificando, da parte dei consumatori, la riscoperta di prodotti tipici e, a fronte di una generale diminuzione delle superfici coltivate con varietà commerciali, la domanda di seme di cv locali di fagiolo da destinare alla ristorazione è oggi in forte recupero. Lo studio delle caratteristiche qualitative, nutrizionali ed organolettiche di questi fagioli nonché la diffusione dei relativi risultati, costituisce la premessa indispensabile per una loro valorizzazione, tradotta, come nella maggior parte dei casi, in una loro riscoperta da parte dei consumatori. Nell’ambito di un Progetto di Ricerca triennale, cinque cultivar locali di fagiolo, “Ciuoto” e “Verdolino” (Sarconi, PZ), “Fagiolo del Purgatorio di Gradoli” (VT), “Bianco di Bagnasco” (CN), “Spagnolet nano” (Lamon, BL), oggi ancora presenti sul territorio Italiano, sono state studiate dal punto di vista genetico e biochimico nutrizionale. I risultati ottenuti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati in tutte le cultivar. Campioni di seme rappresentativi della variabilità genetica esistente sono conservati presso l’Istituto di Genetica Vegetale del CNR di Bari. Il grado di variabilità genetica presente nelle popolazioni esaminate è risultato molto basso nello Spagnolet nano, medio nel Bianco di Bagnasco, elevato in Ciuoto e Verdolino e molto elevato nel Fagiolo del Purgatorio di Gradoli. Il grado di parentela stimato attraverso l’analisi dei marker SSR ha messo in evidenza una netta differenza genetica tra le cinque cultivar e, al loro interno, tra i campioni raccolti. La differenza più elevata è stata osservata tra il Fagiolo di Gradoli e tutti gli altri; infatti, non a caso, la faseolina di tipo S presente in questo fagiolo dimostra che la sua origine è mesoamericana mentre quella degli altri è Andina. I dati relativi ai principali aspetti biochimici e nutrizionali mostrano un contenuto proteico lievemente basso per Ciuoto ed una quantità elevata in inibitore della tripsina nella cultivar Bianco di Bagnasco. In campo è stata effettuata una selezione per avere piante con caratteristiche agronomiche qualitative ed organolettiche superiori e, successivamente, in “screen-house” è stata effettuata un’attività di recupero e di risanamento da virosi e batteriosi. Attualmente, per tutte le cultivar trattate è in corso la riproduzione conservativa dei materiali selezionati al fine di poterli distribuire agli agricoltori per la coltivazione da reddito.

Caratterizzazione, selezione, risanamento e valutazione di cultivar locali di fagiolo comune (Phaseolus vulgaris L.)

TAMIETTI, Giacomo;
2007-01-01

Abstract

In Italia, come in altri paesi Europei, la coltivazione del fagiolo ha subito una notevole riduzione negli ultimi decenni. Studi recenti hanno tuttavia evidenziato che vecchie varietà tipiche vengono ancora localmente coltivate da alcuni agricoltori. Negli ultimi anni si sta verificando, da parte dei consumatori, la riscoperta di prodotti tipici e, a fronte di una generale diminuzione delle superfici coltivate con varietà commerciali, la domanda di seme di cv locali di fagiolo da destinare alla ristorazione è oggi in forte recupero. Lo studio delle caratteristiche qualitative, nutrizionali ed organolettiche di questi fagioli nonché la diffusione dei relativi risultati, costituisce la premessa indispensabile per una loro valorizzazione, tradotta, come nella maggior parte dei casi, in una loro riscoperta da parte dei consumatori. Nell’ambito di un Progetto di Ricerca triennale, cinque cultivar locali di fagiolo, “Ciuoto” e “Verdolino” (Sarconi, PZ), “Fagiolo del Purgatorio di Gradoli” (VT), “Bianco di Bagnasco” (CN), “Spagnolet nano” (Lamon, BL), oggi ancora presenti sul territorio Italiano, sono state studiate dal punto di vista genetico e biochimico nutrizionale. I risultati ottenuti hanno permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati in tutte le cultivar. Campioni di seme rappresentativi della variabilità genetica esistente sono conservati presso l’Istituto di Genetica Vegetale del CNR di Bari. Il grado di variabilità genetica presente nelle popolazioni esaminate è risultato molto basso nello Spagnolet nano, medio nel Bianco di Bagnasco, elevato in Ciuoto e Verdolino e molto elevato nel Fagiolo del Purgatorio di Gradoli. Il grado di parentela stimato attraverso l’analisi dei marker SSR ha messo in evidenza una netta differenza genetica tra le cinque cultivar e, al loro interno, tra i campioni raccolti. La differenza più elevata è stata osservata tra il Fagiolo di Gradoli e tutti gli altri; infatti, non a caso, la faseolina di tipo S presente in questo fagiolo dimostra che la sua origine è mesoamericana mentre quella degli altri è Andina. I dati relativi ai principali aspetti biochimici e nutrizionali mostrano un contenuto proteico lievemente basso per Ciuoto ed una quantità elevata in inibitore della tripsina nella cultivar Bianco di Bagnasco. In campo è stata effettuata una selezione per avere piante con caratteristiche agronomiche qualitative ed organolettiche superiori e, successivamente, in “screen-house” è stata effettuata un’attività di recupero e di risanamento da virosi e batteriosi. Attualmente, per tutte le cultivar trattate è in corso la riproduzione conservativa dei materiali selezionati al fine di poterli distribuire agli agricoltori per la coltivazione da reddito.
2007
14 (2)
31
40
fagiolo; recupero varietà locali; caratterizzazione; malattie; risanamento; riproduzione conservativa
L. LIOI; G.P. SORESSI; C. NIGRO; G. TAMIETTI; M. TURINA; B. CAMPION
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/28564
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