Saggio sulle immagini utopiche dell’“Orlando furioso” (1532). L’analisi intertestuale s’incentra su esempi ariosteschi dell’umana felicità (il paradiso terrestre, l’isola di Alcina, la rocca di Logistilla, il castello e il palazzo di Atlante), modelli di perfezione fugaci, opere di artifici magici e retorici, che mostrano non l’onnipotenza e l’autonomia dell’umana ragione, ma i suoi limiti, la sua contraddizione, la follia, il loro rapporto eternamente reversibile. L’indagine affronta la questione politica, architettonica, letteraria della città ideale, al centro sia delle pianificazioni ideate e spesso neppure tentate dall’Alberti, dal Filarete, da Francesco di Giorgio Martini, da Leonardo, sia delle invenzioni letterarie del Doni, dell’Agostini, del Patrizi. Il saggio si conclude sulla raffigurazione ariostesca di Ferrara come luogo splendido e magnifico di civiltà e cultura, assolutamente antitetico alla mostruosa città delle “femine omicide”, nel quale, attraverso la retorica dell’encomio, si attua il progetto utopico della città ideale, proclamandone contemporaneamente l’irrealtà e il carattere fittizio.
L'anello della ragione
ZANDRINO, Barbara
1990-01-01
Abstract
Saggio sulle immagini utopiche dell’“Orlando furioso” (1532). L’analisi intertestuale s’incentra su esempi ariosteschi dell’umana felicità (il paradiso terrestre, l’isola di Alcina, la rocca di Logistilla, il castello e il palazzo di Atlante), modelli di perfezione fugaci, opere di artifici magici e retorici, che mostrano non l’onnipotenza e l’autonomia dell’umana ragione, ma i suoi limiti, la sua contraddizione, la follia, il loro rapporto eternamente reversibile. L’indagine affronta la questione politica, architettonica, letteraria della città ideale, al centro sia delle pianificazioni ideate e spesso neppure tentate dall’Alberti, dal Filarete, da Francesco di Giorgio Martini, da Leonardo, sia delle invenzioni letterarie del Doni, dell’Agostini, del Patrizi. Il saggio si conclude sulla raffigurazione ariostesca di Ferrara come luogo splendido e magnifico di civiltà e cultura, assolutamente antitetico alla mostruosa città delle “femine omicide”, nel quale, attraverso la retorica dell’encomio, si attua il progetto utopico della città ideale, proclamandone contemporaneamente l’irrealtà e il carattere fittizio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.