Il volume consta della riedizione di un raro quanto prezioso testo contenente il resoconto descrittivo-iconografico delle salite al Monte Bianco realizzato dal pittore Edmund Coleman negli anni ’50 dell’Ottocento. L’opera si pone al crocevia tra i vari generi letterari prodotti a seguito della scoperta dell’alta montagna, sintetizzando oggettività scientifica da un lato e attenzione estetica dall’altro, e consta di una puntuale descrizione delle tappe della salita accompagnata da un corredo di tavole realizzate durante il tragitto. Le rappresentazioni grafiche, nell’intento dell’autore, si distinguono dalle coeve descrizioni iconografiche per il tentativo di rendere pittoricamente non una generica montagna, non generiche ascensioni tra ghiacci stereotipati e geograficamente decontestualizzati, ma luoghi geograficamente definiti delle alte vette alpine. Nel corposo saggio introduttivo - I contenuti geografici di una relazione di viaggio: l’opera di un alpinista inglese sulla cima del Monte Bianco - l’autrice, collocata l’opera tra le coeve produzioni che fecero da eco alle imprese dei primi scalatori, prende in esame le fonti descrittive e cartografiche a partire dalle quali Scenes from the snow-fields è stata realizzata, e analizza l’originalità dell’opera e il suo significato geografico, andando oltre la sola lettura in chiave storico-alpinisica: se l’opera di Coleman infatti, non è dichiaratamente geografica negli intenti espliciti dell’autore, essa è però squisitamente geografica nel suo contenuto a partire dal titolo stesso evocante il Cosmos di Von Humboldt. La ricerca ha voluto inquadrare il testo iconografico-descrittivo del Coleman nel più ampio quadro della storia della conoscenza della montagna alpina, sottraendolo al contempo a letture parziali che non avrebbero messo nella giusta considerazione l’unitario contenuto geografico dell’opera, e proponendosi di studiare la visione del paesaggio montano che emerge da quel particolare genere letterario individuabile nel resoconto di viaggio, in due direzioni principali: a) l’analisi del rapporto tra osservazione diretta e modelli descrittivi preesistenti; b) l’analisi delle rappresentazioni iconografiche, non esaminate dal punto di vista estetico, né storico-artistico, ma in ragione del loro contenuto geografico.

Edmund T. Coleman, Ascesa al Monte Bianco : resoconto descrittivo-iconografico

PRESSENDA, Paola
2005-01-01

Abstract

Il volume consta della riedizione di un raro quanto prezioso testo contenente il resoconto descrittivo-iconografico delle salite al Monte Bianco realizzato dal pittore Edmund Coleman negli anni ’50 dell’Ottocento. L’opera si pone al crocevia tra i vari generi letterari prodotti a seguito della scoperta dell’alta montagna, sintetizzando oggettività scientifica da un lato e attenzione estetica dall’altro, e consta di una puntuale descrizione delle tappe della salita accompagnata da un corredo di tavole realizzate durante il tragitto. Le rappresentazioni grafiche, nell’intento dell’autore, si distinguono dalle coeve descrizioni iconografiche per il tentativo di rendere pittoricamente non una generica montagna, non generiche ascensioni tra ghiacci stereotipati e geograficamente decontestualizzati, ma luoghi geograficamente definiti delle alte vette alpine. Nel corposo saggio introduttivo - I contenuti geografici di una relazione di viaggio: l’opera di un alpinista inglese sulla cima del Monte Bianco - l’autrice, collocata l’opera tra le coeve produzioni che fecero da eco alle imprese dei primi scalatori, prende in esame le fonti descrittive e cartografiche a partire dalle quali Scenes from the snow-fields è stata realizzata, e analizza l’originalità dell’opera e il suo significato geografico, andando oltre la sola lettura in chiave storico-alpinisica: se l’opera di Coleman infatti, non è dichiaratamente geografica negli intenti espliciti dell’autore, essa è però squisitamente geografica nel suo contenuto a partire dal titolo stesso evocante il Cosmos di Von Humboldt. La ricerca ha voluto inquadrare il testo iconografico-descrittivo del Coleman nel più ampio quadro della storia della conoscenza della montagna alpina, sottraendolo al contempo a letture parziali che non avrebbero messo nella giusta considerazione l’unitario contenuto geografico dell’opera, e proponendosi di studiare la visione del paesaggio montano che emerge da quel particolare genere letterario individuabile nel resoconto di viaggio, in due direzioni principali: a) l’analisi del rapporto tra osservazione diretta e modelli descrittivi preesistenti; b) l’analisi delle rappresentazioni iconografiche, non esaminate dal punto di vista estetico, né storico-artistico, ma in ragione del loro contenuto geografico.
2005
L. S. Olschki
1
85 + LVI
9788822254993
storia del pensiero geografico; storia delle esplorazioni alpine; storia della cartografia
P. PRESSENDA
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