A partire dagli anni Venti del Novecento, l’esperimento rivoluzionario bolscevico attira in Unione Sovietica intellettuali e scrittori da tutta Europa e dagli Stati Uniti. Anche nell’Italia fascista l’interesse per il nuovo sistema politico-economico invita al viaggio una prima avanguardia di osservatori, tra cui Vincenzo Cardarelli, Curzio Malaparte, e Corrado Alvaro. Ma è soprattutto dall’immediato dopoguerra, in particolare nella prima metà degli anni Cinquanta, che i reportage di viaggio in Unione Sovietica si configurano in Italia come un genere a sé, nella definizione del quale “l’Unità” riveste un ruolo fondamentale. E proprio sulle pagine del quotidiano del Pci pubblicano i loro resoconti di viaggio, tra il 1950 e il 1955, tre scrittrici diversissime tra loro per età, formazione e orientamento letterario: Renata Viganò, Sibilla Aleramo e Anna Maria Ortese. Il saggio li analizza a partire dai cliché narrativi del «pellegrinaggio politico», così come lo ha descritto Paul Hollander nel suo studio sugli intellettuali occidentali in Unione Sovietica, Cina e Cuba, per verificarne l’adesione e le infrazioni a tale stereotipo.
Scrittrici oltrecortina: i reportage dall’Unione Sovietica di Sibilla Aleramo, Renata Viganò e Anna Maria Ortese
MANETTI, Beatrice
2008-01-01
Abstract
A partire dagli anni Venti del Novecento, l’esperimento rivoluzionario bolscevico attira in Unione Sovietica intellettuali e scrittori da tutta Europa e dagli Stati Uniti. Anche nell’Italia fascista l’interesse per il nuovo sistema politico-economico invita al viaggio una prima avanguardia di osservatori, tra cui Vincenzo Cardarelli, Curzio Malaparte, e Corrado Alvaro. Ma è soprattutto dall’immediato dopoguerra, in particolare nella prima metà degli anni Cinquanta, che i reportage di viaggio in Unione Sovietica si configurano in Italia come un genere a sé, nella definizione del quale “l’Unità” riveste un ruolo fondamentale. E proprio sulle pagine del quotidiano del Pci pubblicano i loro resoconti di viaggio, tra il 1950 e il 1955, tre scrittrici diversissime tra loro per età, formazione e orientamento letterario: Renata Viganò, Sibilla Aleramo e Anna Maria Ortese. Il saggio li analizza a partire dai cliché narrativi del «pellegrinaggio politico», così come lo ha descritto Paul Hollander nel suo studio sugli intellettuali occidentali in Unione Sovietica, Cina e Cuba, per verificarne l’adesione e le infrazioni a tale stereotipo.File | Dimensione | Formato | |
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