Non c’è dubbio. Quando si pensa al Lago Maggiore si pensa ai fiori. Quando si pensa ai fiori del Lago Maggiore si pensa alle camelie, alle azalee, ai rododendri. Eppur questi fiori non sono tipici del Lago ma sono arrivati nell’Ottocento, grazie ad avventurosi appassionati di botanica, dall’Estremo Oriente, attraverso il Nord Europa, la Gran Bretagna e il Belgio: tutti luoghi in cui si concentrano le espressioni più varie e complesse che caratterizzano le numerose cultivar dei generi Rhododendron e Camellia. Non a caso il Pucci, nel 1876, già annotava che “… giova rammentare come nei primi anni del nostro secolo, nel quale l’orticoltura ha fatto così notevoli progressi, furono introdotte numerosissime piante nuove, come fra le prime la Camellia japonica, l’Hidrangea hortensis, le Azalee...”. Nell’area del Lago Maggiore queste piante hanno instaurato profondi legami con il territorio e con la tradizione locale, grazie soprattutto al loro valore estetico ornamentale, alla loro presenza in siti di interesse storico ed alla loro rilevanza paesaggistica. Ne sono una prova le numerose citazioni storiche rinvenute su stampe antiche. Ad esempio, l’Ubicini, nel 1858, riferendosi al vivaio Rovelli, così descriveva il promontorio della Castagnola di Verbania:“… Quell’aprico pendio perennemente odorato di lauri, di mirti e di piante naturali ai paesi di mezzogiorno, raduna quanto di più nuovo arriva nelle colture dalle parti più remote del globo, ed ivi vedonsi lussureggiare i Rododendri, le Azalee, e fruttificare non altrimenti che nella lor patria le Camellie...”.
Fiori che si specchiano
SCARIOT, VALENTINA
2006-01-01
Abstract
Non c’è dubbio. Quando si pensa al Lago Maggiore si pensa ai fiori. Quando si pensa ai fiori del Lago Maggiore si pensa alle camelie, alle azalee, ai rododendri. Eppur questi fiori non sono tipici del Lago ma sono arrivati nell’Ottocento, grazie ad avventurosi appassionati di botanica, dall’Estremo Oriente, attraverso il Nord Europa, la Gran Bretagna e il Belgio: tutti luoghi in cui si concentrano le espressioni più varie e complesse che caratterizzano le numerose cultivar dei generi Rhododendron e Camellia. Non a caso il Pucci, nel 1876, già annotava che “… giova rammentare come nei primi anni del nostro secolo, nel quale l’orticoltura ha fatto così notevoli progressi, furono introdotte numerosissime piante nuove, come fra le prime la Camellia japonica, l’Hidrangea hortensis, le Azalee...”. Nell’area del Lago Maggiore queste piante hanno instaurato profondi legami con il territorio e con la tradizione locale, grazie soprattutto al loro valore estetico ornamentale, alla loro presenza in siti di interesse storico ed alla loro rilevanza paesaggistica. Ne sono una prova le numerose citazioni storiche rinvenute su stampe antiche. Ad esempio, l’Ubicini, nel 1858, riferendosi al vivaio Rovelli, così descriveva il promontorio della Castagnola di Verbania:“… Quell’aprico pendio perennemente odorato di lauri, di mirti e di piante naturali ai paesi di mezzogiorno, raduna quanto di più nuovo arriva nelle colture dalle parti più remote del globo, ed ivi vedonsi lussureggiare i Rododendri, le Azalee, e fruttificare non altrimenti che nella lor patria le Camellie...”.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.