1. Premessa. 2. La controversia a quo. 3. Giusto processo contenzioso tributario, in genere. 4. Giusto processo e sanzioni amministrative tributarie, in particolare. 5. Giusto processo e oralità. Illegittimità della soluzione italiana. La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (d'ora inanzi, Cedu) oggi in rassegna presenta due grandi motivi di interesse. Il primo è che essa contiene una ampia disamina degli orientamenti della Corte in tema di confini dell'area del diritto punitivo, rilevante ai fini della applicazione delle norme convenzionali e, in particolare dell'art. 6 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (d’ora inanzi, Cvedu), in tema di giusto processo. Tale disamina si impone alla Cedu, atteso che nel processo a quo si faceva questione della conformità ai principi del giusto processo delle norme del contenzioso tributario finlandese, in un procedimento nel quale erano in gioco tributi e soprattasse. Partendo dalla premessa che i principi in tema di giusto processo della Cvedu non si applichino alla materia tributaria stricto sensu, resta alla Corte proprio da esaminare la questione se le soprattasse rientrino o meno nel diritto punitivo. Il secondo, notevolissimo, motivo di interesse è invece nei possibili effetti che alcune affermazioni contenute nella motivazione della sentenza potranno avere sull'ordinamento interno italiano. Sotto questo aspetto, la sentenza si presenta dotata di potenziale dirompente

Giusto processo e oralità del diritto di difesa nel contenzioso tributario: note a margine di un recente pronunciamento della Corte europea dei Diritti dell’Uomo, nota a European Court of Human Rights, Grand Chamber, Judgement of 23 November 2006, Case of Jussila v. Finland, Application n. 73053/01

MARCHESELLI, Alberto
2007-01-01

Abstract

1. Premessa. 2. La controversia a quo. 3. Giusto processo contenzioso tributario, in genere. 4. Giusto processo e sanzioni amministrative tributarie, in particolare. 5. Giusto processo e oralità. Illegittimità della soluzione italiana. La sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (d'ora inanzi, Cedu) oggi in rassegna presenta due grandi motivi di interesse. Il primo è che essa contiene una ampia disamina degli orientamenti della Corte in tema di confini dell'area del diritto punitivo, rilevante ai fini della applicazione delle norme convenzionali e, in particolare dell'art. 6 della Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali (d’ora inanzi, Cvedu), in tema di giusto processo. Tale disamina si impone alla Cedu, atteso che nel processo a quo si faceva questione della conformità ai principi del giusto processo delle norme del contenzioso tributario finlandese, in un procedimento nel quale erano in gioco tributi e soprattasse. Partendo dalla premessa che i principi in tema di giusto processo della Cvedu non si applichino alla materia tributaria stricto sensu, resta alla Corte proprio da esaminare la questione se le soprattasse rientrino o meno nel diritto punitivo. Il secondo, notevolissimo, motivo di interesse è invece nei possibili effetti che alcune affermazioni contenute nella motivazione della sentenza potranno avere sull'ordinamento interno italiano. Sotto questo aspetto, la sentenza si presenta dotata di potenziale dirompente
2007
Anno 2007
333
341
processo tributario; prova testimoniale; testimonianza; giusto processo
Marcheselli Alberto
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