Gli Stati Uniti d’America nacquero dalla ribellione contro l’imposizione dall’alto di un’autorità, quella della monarchia inglese, a cui i coloni britannici d’oltremare contrapposero gli ideali dell’autonomia locale, della libertà individuale e dei diritti dei cittadini. La Costituzione federale si aprì con tre parole inequivocabili: We, the People («Noi, il Popolo»). Eppure, nella storia della politica americana, che non di rado, peraltro, ha prefigurato gli sviluppi delle altre «democrazie occidentali», quello che avrebbe dovuto rappresentare il fattore essenziale del governo democratico, vale a dire il controllo del potere da parte del popolo, si è rivelato poco più di un miraggio, o, nella più ottimistica delle ipotesi, un «orizzonte», motivo di grandi aspettative, con cui contrastano, di fatto, il dominio da parte di oligarchie politiche ed economiche, varie forme di limitazione dei diritti, e dunque di esclusione di ampi settori della popolazione da una piena cittadinanza, e crescenti disparità nella distribuzione delle ricchezze. Il presente volume intende ripercorrere, in tale prospettiva, le fasi più rilevanti dello sviluppo politico e sociale degli Stati Uniti d’America, dalle questioni che la retorica della libertà e dell’indipendenza nell’età della rivoluzione lasciava in ombra, a cominciare dalla condizione degli schiavi neri e delle popolazioni native, fino al primo decennio del XXI secolo, quando gli Stati Uniti si sono rivelati sempre più manifestamente una «democrazia controllata dall’alto» (managed democracy, questa l’efficace espressione adoperata dal politologo americano Sheldon Wolin): un connotato di fondo, per molti versi, di tutta l’esperienza politica statunitense e, ancora più in generale, delle «democrazie occidentali».
Storia degli Stati Uniti. La democrazia americana dalla fondazione all'era globale
BORGOGNONE, Giovanni Francesco
2013-01-01
Abstract
Gli Stati Uniti d’America nacquero dalla ribellione contro l’imposizione dall’alto di un’autorità, quella della monarchia inglese, a cui i coloni britannici d’oltremare contrapposero gli ideali dell’autonomia locale, della libertà individuale e dei diritti dei cittadini. La Costituzione federale si aprì con tre parole inequivocabili: We, the People («Noi, il Popolo»). Eppure, nella storia della politica americana, che non di rado, peraltro, ha prefigurato gli sviluppi delle altre «democrazie occidentali», quello che avrebbe dovuto rappresentare il fattore essenziale del governo democratico, vale a dire il controllo del potere da parte del popolo, si è rivelato poco più di un miraggio, o, nella più ottimistica delle ipotesi, un «orizzonte», motivo di grandi aspettative, con cui contrastano, di fatto, il dominio da parte di oligarchie politiche ed economiche, varie forme di limitazione dei diritti, e dunque di esclusione di ampi settori della popolazione da una piena cittadinanza, e crescenti disparità nella distribuzione delle ricchezze. Il presente volume intende ripercorrere, in tale prospettiva, le fasi più rilevanti dello sviluppo politico e sociale degli Stati Uniti d’America, dalle questioni che la retorica della libertà e dell’indipendenza nell’età della rivoluzione lasciava in ombra, a cominciare dalla condizione degli schiavi neri e delle popolazioni native, fino al primo decennio del XXI secolo, quando gli Stati Uniti si sono rivelati sempre più manifestamente una «democrazia controllata dall’alto» (managed democracy, questa l’efficace espressione adoperata dal politologo americano Sheldon Wolin): un connotato di fondo, per molti versi, di tutta l’esperienza politica statunitense e, ancora più in generale, delle «democrazie occidentali».I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.