L’educazione non neutrale. La pedagogia communitarian e il problema della democrazia

La pedagogia americana si presenta all’attenzione degli studiosi europei come una fonte inesauribile di ispirazione, una riserva di idee e di scuole di pensiero in grado di influenzare quella che viene ormai definita la world culture pedagogica dai tratti fortemente globalizzati. Gli studiosi statunitensi non sono soltanto impegnati a confrontarsi e a dividersi sull’uso dei test a scopi formativi, sulle differenti modalità valutative e sulle diverse strategie di apprendimento. Oggi la discussione è apertissima negli States anche in altri ambiti della vita educativa: se siano più efficaci ed educative le scuole con impostazione comunitaria oppure quelle a orientamento liberal, se sia meglio ripristinare le classi omogenee per sesso al posto di quelle miste, in che senso o con quali iniziative sia possibile implementare l’educazione del carattere. Tutte discussioni di cui poco o niente filtra nel Vecchio Continente. Una delle scuole di pensiero più significative negli ultimi decenni è rappresentata, negli Stati Uniti e più in generale nei Paesi anglosassoni, dal comunitarismo. La creazione di un vero e proprio paradigma communitarian in educazione, rappresenta da oltre due decenni una presenza costante sulle maggiori riviste di teoria e filosofia dell’educazione di lingua inglese.