L'autrice commenta l'importante pronuncia resa dalla Corte di Giustizia nel caso Feryn, destinata ad essere ricordata come un autentico leading case non solo per avere effettuato la prima interpretazione pregiudiziale della Direttiva 2000/43 (volta ad attuare «il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica»), ma anche perchè affronta aspetti estremamente rilevanti per la fisionomia e l’effettività dell’intero diritto antidiscriminatorio, mai esaminati dalla giurisprudenza formatasi in sede d’interpretazione delle discipline comunitarie sulla parità tra lavoratori e lavoratrici.

Il divieto di discriminazioni razziali preso sul serio

IZZI, Daniela
2008-01-01

Abstract

L'autrice commenta l'importante pronuncia resa dalla Corte di Giustizia nel caso Feryn, destinata ad essere ricordata come un autentico leading case non solo per avere effettuato la prima interpretazione pregiudiziale della Direttiva 2000/43 (volta ad attuare «il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica»), ma anche perchè affronta aspetti estremamente rilevanti per la fisionomia e l’effettività dell’intero diritto antidiscriminatorio, mai esaminati dalla giurisprudenza formatasi in sede d’interpretazione delle discipline comunitarie sulla parità tra lavoratori e lavoratrici.
2008
4/2008, parte II
765
775
http:// www.europeanrights.eu
Diritto comunitario del lavoro; divieto di discriminazioni in base alla razza o etnia
Daniela Izzi
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/58298
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact