In questo articolo cercherò di mostrare che ci sono non solo ragioni di fatto, ma anche di principio, per cui una traduzione non può preservare tutti gli aspetti dell’originale che intuitivamente dovrebbe mantenere per essere idealmente una sua buona traduzione. Cercherò però anche di dire perché, sebbene questo sia un cosiddetto risultato di impossibilità per la traduzione, non sia così negativo come a prima vista indubbiamente può sembrare, perché consente alla traduzione di funzionare da test per identificare quali tra i fenomeni che genericamente contribuiscono alla significazione di un enunciato siano quelli genuinamente semantici e quindi a rafforzare il criterio di Kripke (1979b) per la distinzione tra semantica e pragmatica.
L’irrimediabile dilemma del traduttore
VOLTOLINI, Alberto
2009-01-01
Abstract
In questo articolo cercherò di mostrare che ci sono non solo ragioni di fatto, ma anche di principio, per cui una traduzione non può preservare tutti gli aspetti dell’originale che intuitivamente dovrebbe mantenere per essere idealmente una sua buona traduzione. Cercherò però anche di dire perché, sebbene questo sia un cosiddetto risultato di impossibilità per la traduzione, non sia così negativo come a prima vista indubbiamente può sembrare, perché consente alla traduzione di funzionare da test per identificare quali tra i fenomeni che genericamente contribuiscono alla significazione di un enunciato siano quelli genuinamente semantici e quindi a rafforzare il criterio di Kripke (1979b) per la distinzione tra semantica e pragmatica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.