Il lavoro inizia con un esame degli istituti da un punto di vista sostanziale, sottolineando come tanto la denuncia di nuova opera che quella di danno temuto abbiano come presupposto la limitazione che la legge pone all’altrui libertà nel campo dei diritti reali, differenziandosi però tra loro perché, nella denuncia di nuova opera, è l’attività umana in itinere, diretta al compimento di un’opera, che provoca il danno, mentre in quella di danno temuto il pregiudizio deriva da una cosa. In proposito, se ne sottolinea la funzione sicuramente cautelare, volta non all’anticipazione degli effetti omologhi alla sentenza di merito, ma all’anticipazione di efficacia costitutiva della regola determinativa degli altrui obblighi di fare e di non fare cost ituiti a vantaggio di una situazione soggettiva di proprietà o di possesso. Questa prima parte è completata da una più approfondita indagine sui concetti di danno temuto e nuova opera e sui requisiti del fumus boni juris e del periculum in mora. Premessi alcuni cenni in ordine alla struttura bifasica del relativo procedimento e all’applicabilità delle norme sul giudizio cautelare uniforme, si esaminano poi le disposizioni processuali comuni, con riferimento alla forma dell’atto introduttivo, alla legittimazione ad agire, alla competenza, ai rapporti tra fase di convalida della misura cautelare e successivo giudizio di merito e all’istruzione probatoria, caratterizzata da una rilevante informalità. Sono infine presi in esame i due istituti singolarmente, esaminando per ciascuno di essi gli aspetti maggiormente problematici, concernenti la legittimazione passiva, il termine di decadenza per la proposizione dell’azione, i provvedimenti temporanei ed urgenti, il regime delle spese processuali e il provvedimento finale della fase nunciatoria. A conclusione del lavoro, si prende in esame l’eventualità che la parte obbligata contravvenga al divieto di compiere l’atto dannoso o di mutare lo stato di fatto e le relative conseguenze, cercando le possibili soluzioni ai numerosi problemi creati da una normativa alquanto affrettata e lacunosa.

Denuncia di nuova opera e di danno temuto

RAMPAZZI, Gabriella
2006-01-01

Abstract

Il lavoro inizia con un esame degli istituti da un punto di vista sostanziale, sottolineando come tanto la denuncia di nuova opera che quella di danno temuto abbiano come presupposto la limitazione che la legge pone all’altrui libertà nel campo dei diritti reali, differenziandosi però tra loro perché, nella denuncia di nuova opera, è l’attività umana in itinere, diretta al compimento di un’opera, che provoca il danno, mentre in quella di danno temuto il pregiudizio deriva da una cosa. In proposito, se ne sottolinea la funzione sicuramente cautelare, volta non all’anticipazione degli effetti omologhi alla sentenza di merito, ma all’anticipazione di efficacia costitutiva della regola determinativa degli altrui obblighi di fare e di non fare cost ituiti a vantaggio di una situazione soggettiva di proprietà o di possesso. Questa prima parte è completata da una più approfondita indagine sui concetti di danno temuto e nuova opera e sui requisiti del fumus boni juris e del periculum in mora. Premessi alcuni cenni in ordine alla struttura bifasica del relativo procedimento e all’applicabilità delle norme sul giudizio cautelare uniforme, si esaminano poi le disposizioni processuali comuni, con riferimento alla forma dell’atto introduttivo, alla legittimazione ad agire, alla competenza, ai rapporti tra fase di convalida della misura cautelare e successivo giudizio di merito e all’istruzione probatoria, caratterizzata da una rilevante informalità. Sono infine presi in esame i due istituti singolarmente, esaminando per ciascuno di essi gli aspetti maggiormente problematici, concernenti la legittimazione passiva, il termine di decadenza per la proposizione dell’azione, i provvedimenti temporanei ed urgenti, il regime delle spese processuali e il provvedimento finale della fase nunciatoria. A conclusione del lavoro, si prende in esame l’eventualità che la parte obbligata contravvenga al divieto di compiere l’atto dannoso o di mutare lo stato di fatto e le relative conseguenze, cercando le possibili soluzioni ai numerosi problemi creati da una normativa alquanto affrettata e lacunosa.
2006
Trattato sui procedimenti sommari e speciali
Utet
II
1133
1167
9788802071275
procedimenti sommari
Rampazzi Gabriella
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