Nell’ambito di una rettifica delle dichiarazioni, il Fisco contesta al contribuente movimenti sul conto corrente e quest’ultimo deve giustificarne la natura non reddituale. La Corte di cassazione specifica che tale giustificazione dovrebbe essere sempre analitica, tale che, ipotizzata la giustificazione per singole operazioni, residuerebbe il rilievo imponibile delle altre. Altro caso è quello secondo il quale dalla presenza di versamenti sul conto corrente non congrui all’attività di lavoro dipendente del contribuente l’Ufficio desume l’esistenza di un’attività di lavoro autonomo parallela e occulta, con conseguente accertamento tributario.
Accertamenti bancari: regole rigide producono risultati irragionevoli e implausibili
MARCHESELLI, Alberto
2010-01-01
Abstract
Nell’ambito di una rettifica delle dichiarazioni, il Fisco contesta al contribuente movimenti sul conto corrente e quest’ultimo deve giustificarne la natura non reddituale. La Corte di cassazione specifica che tale giustificazione dovrebbe essere sempre analitica, tale che, ipotizzata la giustificazione per singole operazioni, residuerebbe il rilievo imponibile delle altre. Altro caso è quello secondo il quale dalla presenza di versamenti sul conto corrente non congrui all’attività di lavoro dipendente del contribuente l’Ufficio desume l’esistenza di un’attività di lavoro autonomo parallela e occulta, con conseguente accertamento tributario.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.