Gli anni compresi tra la Restaurazione e il trasferimento della capitale del regno d’Italia a Firenze rappresentarono un momento di cruciale importanza nell’ammodernamento dei mezzi di trasporto e delle vie di comunicazione a Torino e in Piemonte, così come nel resto d’Europa. In quel periodo, la straordinaria innovazione rappresentata dall’applicazione del vapore ai mezzi di comunicazione terrestri, fluviali e marittimi, inaugurò anche nella regione subalpina un’autentica rivoluzione nei trasporti delle persone e delle merci, andando a consolidare le rotte di commercio verso la Francia e anche verso la Germania renana, creando in questo caso non pochi attriti con l’Austria. Fino a quel momento gli uomini si erano spostati a piedi, a dorso d’asino, a cavallo, sui carri, sulle imbarcazioni, mentre corrieri e diligenze seguivano le vie della posta. Ora, l’utilizzo del vapore (la locomotiva a vapore di George Stephenson era stata costruita nel 1825) accorciava enormemente le distanze via terra e via acqua, favorendo il commercio, l’industria, la veicolazione di idee, cultura e scienza. Il treno cambiava il modo e la velocità di viaggiare come mai era avvenuto prima; nello stesso tempo, come emerse nella pubblicistica del tempo e apparve subito chiaro a molti politici dell’epoca, Cavour in primis, la strada ferrata avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella formazione della coscienza nazionale, oltre ad essere utilizzata nel corso delle guerre dell’indipendenza. Alla metà del secolo, mentre le lunghe percorrenze venivano percorse sulle strade ferrate, Torino, già da tempo attraversata dai primi omnibus collettivi, vedeva l’apparizione delle prime ferrovie a cavallo, gestite da società in concorrenza tra loro, spesso alimentate da capitali stranieri. Si moltiplicava intanto il numero delle vetture di piazza - antesignane dei nostri taxi - mentre, alla vigilia dell’altra grande rivoluzione del motore a scoppio, le prime biciclette solcavano le vie del centro.

Vie e mezzi di trasporto da Carlo Alberto all’Unità

CAVICCHIOLI, Silvia
2009-01-01

Abstract

Gli anni compresi tra la Restaurazione e il trasferimento della capitale del regno d’Italia a Firenze rappresentarono un momento di cruciale importanza nell’ammodernamento dei mezzi di trasporto e delle vie di comunicazione a Torino e in Piemonte, così come nel resto d’Europa. In quel periodo, la straordinaria innovazione rappresentata dall’applicazione del vapore ai mezzi di comunicazione terrestri, fluviali e marittimi, inaugurò anche nella regione subalpina un’autentica rivoluzione nei trasporti delle persone e delle merci, andando a consolidare le rotte di commercio verso la Francia e anche verso la Germania renana, creando in questo caso non pochi attriti con l’Austria. Fino a quel momento gli uomini si erano spostati a piedi, a dorso d’asino, a cavallo, sui carri, sulle imbarcazioni, mentre corrieri e diligenze seguivano le vie della posta. Ora, l’utilizzo del vapore (la locomotiva a vapore di George Stephenson era stata costruita nel 1825) accorciava enormemente le distanze via terra e via acqua, favorendo il commercio, l’industria, la veicolazione di idee, cultura e scienza. Il treno cambiava il modo e la velocità di viaggiare come mai era avvenuto prima; nello stesso tempo, come emerse nella pubblicistica del tempo e apparve subito chiaro a molti politici dell’epoca, Cavour in primis, la strada ferrata avrebbe svolto un ruolo fondamentale nella formazione della coscienza nazionale, oltre ad essere utilizzata nel corso delle guerre dell’indipendenza. Alla metà del secolo, mentre le lunghe percorrenze venivano percorse sulle strade ferrate, Torino, già da tempo attraversata dai primi omnibus collettivi, vedeva l’apparizione delle prime ferrovie a cavallo, gestite da società in concorrenza tra loro, spesso alimentate da capitali stranieri. Si moltiplicava intanto il numero delle vetture di piazza - antesignane dei nostri taxi - mentre, alla vigilia dell’altra grande rivoluzione del motore a scoppio, le prime biciclette solcavano le vie del centro.
2009
Torino. Reti e trasporti. Strade, veicoli e uomini dall’Antico regime all’Età contemporanea
Archivio Storico della Città di Torino
59
103
9788886685870
Risorgimento; Unità d'Italia; trasporti; ferrovie; Torino; Regno di Sardegna; Piemonte; Savoia; Carlo Alberto; Camillo Cavour
S. CAVICCHIOLI
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