L'articolo analizza i doveri costituzionali dei funzionari pubblici che con l'instaurazione di un rapporto di servizio professionale con le pubbliche amministrazioni assumono una posizione peculiare nell'organizzazione pubblica di appartenenza (status) che rileva sulle modalità di esecuzione delle prestazioni, ma anche per i doveri costituzionali che ne disciplinano i comportamenti, i rapporti con gli amministrati e l'ambito delle responsabilità connesse a comportamenti scorretti. Tra i principi assume peculiare rilievo il dovere dei funzionari pubblici di adempiere “con disciplina e onore” alle funzioni ad essi attribuite ( art. 54, c. 2, Costituzione), quale principio costituzionale che integra e caratterizza ogni ulteriore obbligo che trovi enunciazione in norme di legge e regolamenti, in un contratto, o addirittura in un giuramento. Tale dovere specifica quello più ampio di fedeltà alla Repubblica, di osservanza della Costituzione e delle leggi che è proprio di tutti i cittadini. Oggetto di approfondimento sono le modalità con cui le previsioni costituzionali trovano attuazione all’interno dei codici di comportamento - con riferimento ai quali si è tradizionalmente affermata la natura “etica” in quanto documenti volti a “moralizzare” il comportamento dei pubblici dipendenti - e che costituiscono un utile strumento per l'interpretazione dei principi costituzionali comunque vigenti (anche a prescindere dalla conoscenza e accettazione dei codici di comportamento) che vengono chiariti nell'evoluzione imposta dal contesto sociale e culturale di riferimento e dalle sempre più pregnanti esigenze di correttezza e integrità. Tali considerazioni sono svolte anche alla luce della difficoltà con cui i dirigenti delle pubbliche amministrazioni svolgono efficacemente il loro ruolo di “datore di lavoro”, nonché dell’inconsistenza della responsabilità disciplinare, che pare superata dai recenti interventi di riforma che riaffermano la centralità della "disciplina" dei pubblici funzionari rievocandone la rilevanza verso gli amministrati, pur senza rifondarla espressamente sui principi costituzionali.
Disciplina e onore nell'attuazione costituzionale dei codici di comportamento
RACCA, Gabriella Margherita
2009-01-01
Abstract
L'articolo analizza i doveri costituzionali dei funzionari pubblici che con l'instaurazione di un rapporto di servizio professionale con le pubbliche amministrazioni assumono una posizione peculiare nell'organizzazione pubblica di appartenenza (status) che rileva sulle modalità di esecuzione delle prestazioni, ma anche per i doveri costituzionali che ne disciplinano i comportamenti, i rapporti con gli amministrati e l'ambito delle responsabilità connesse a comportamenti scorretti. Tra i principi assume peculiare rilievo il dovere dei funzionari pubblici di adempiere “con disciplina e onore” alle funzioni ad essi attribuite ( art. 54, c. 2, Costituzione), quale principio costituzionale che integra e caratterizza ogni ulteriore obbligo che trovi enunciazione in norme di legge e regolamenti, in un contratto, o addirittura in un giuramento. Tale dovere specifica quello più ampio di fedeltà alla Repubblica, di osservanza della Costituzione e delle leggi che è proprio di tutti i cittadini. Oggetto di approfondimento sono le modalità con cui le previsioni costituzionali trovano attuazione all’interno dei codici di comportamento - con riferimento ai quali si è tradizionalmente affermata la natura “etica” in quanto documenti volti a “moralizzare” il comportamento dei pubblici dipendenti - e che costituiscono un utile strumento per l'interpretazione dei principi costituzionali comunque vigenti (anche a prescindere dalla conoscenza e accettazione dei codici di comportamento) che vengono chiariti nell'evoluzione imposta dal contesto sociale e culturale di riferimento e dalle sempre più pregnanti esigenze di correttezza e integrità. Tali considerazioni sono svolte anche alla luce della difficoltà con cui i dirigenti delle pubbliche amministrazioni svolgono efficacemente il loro ruolo di “datore di lavoro”, nonché dell’inconsistenza della responsabilità disciplinare, che pare superata dai recenti interventi di riforma che riaffermano la centralità della "disciplina" dei pubblici funzionari rievocandone la rilevanza verso gli amministrati, pur senza rifondarla espressamente sui principi costituzionali.File | Dimensione | Formato | |
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