Il corpus di inglese di apprendenti (learner English) denominato LINDSEI (Louvain International Database of Spoken English Interlanguage) è un’importante risorsa per la ricerca sull’inglese parlato degli studenti di inglese in dimensione cross-linguistica. La metodologia per la ricerca su corpora di apprendenti consiste nella quantificazione dell’uso maggiore (overuse), minore (underuse) o l’evitamento (avoidance) di strutture o espressioni da parte degli studenti oggetto di studio, mediante il confronto con il corpus di parlanti nativi di inglese, con l’ulteriore possibilità di paragone con studenti di inglese di altre nazionalità. Il presente contributo esamina il sub-corpus italiano del LINDSEI, isolando alcuni elementi linguistici legati all’espressione della soggettività e della valutazione in un corpus di studenti universitari italiani di inglese, di livello avanzato. I dati presi in esame riguardano l’uso di marcatori di soggettività, in particolare il pronome di prima persona I, accompagnato da verbi valutativi (think, like), da alcuni elementi rafforzativi (really) o attenuativi (I mean). I dati estratti dal sub-corpus italiano, LINDSEI-IT, sono paragonati a quelli estratti dal corpus di controllo inglese, LOCNEC, al fine di evidenziare le peculiarità del parlato degli apprendenti italiani. Lo scopo dello studio è di fornire una descrizione accurata e sostanziata da dati empirici dell’inglese degli apprendenti e di metterne in luce le sue peculiarità. I dati emersi da questo studio sono innanzitutto l’alto uso del pronome di prima persona da parte degli intervistati, come ci si può aspettare in un tipo di conversazione incentrata sugli studenti stessi, le loro esperienze e preferenze. Allo stesso tempo emerge anche la tendenza a privilegiare la valutazione rispetto ai fatti personali negli studenti italiani diversamente dagli inglesi. A livello linguistico si nota anche l’uso di forme non contratte nel parlato degli italiani, meno usate dagli studenti inglesi. Per quanto riguarda i verbi che esprimono stati mentali, l’espressione I think risulta più frequente nei dialoghi con gli studenti italiani, mentre emerge una gamma più ampia di verbi nel parlato degli inglesi. Esaminando i verbi valutativi, si nota che l’uso di I like è maggiore negli italiani, ma l’espressione è più frequentemente rafforzata da elementi pragmatici dagli studenti inglesi (I do like, I really like). Per quanto concerne la negazione, si rileva un uso basso di valutazione negativa da parte di entrambi i parlanti. Infine si evidenzia una minore assertività degli studenti italiani, segnalata dall’alto uso del segnale discorsivo I don’t know come attenuativo e riempitivo rispetto agli inglesi, che viceversa impiegano con maggiore frequenza il segnale discorsivo I mean come indicatore di riformulazione, riempitivo e attenuativo.
L’inglese degli studenti italiani: la valutazione nel LINDSEI
PULCINI, Virginia
2009-01-01
Abstract
Il corpus di inglese di apprendenti (learner English) denominato LINDSEI (Louvain International Database of Spoken English Interlanguage) è un’importante risorsa per la ricerca sull’inglese parlato degli studenti di inglese in dimensione cross-linguistica. La metodologia per la ricerca su corpora di apprendenti consiste nella quantificazione dell’uso maggiore (overuse), minore (underuse) o l’evitamento (avoidance) di strutture o espressioni da parte degli studenti oggetto di studio, mediante il confronto con il corpus di parlanti nativi di inglese, con l’ulteriore possibilità di paragone con studenti di inglese di altre nazionalità. Il presente contributo esamina il sub-corpus italiano del LINDSEI, isolando alcuni elementi linguistici legati all’espressione della soggettività e della valutazione in un corpus di studenti universitari italiani di inglese, di livello avanzato. I dati presi in esame riguardano l’uso di marcatori di soggettività, in particolare il pronome di prima persona I, accompagnato da verbi valutativi (think, like), da alcuni elementi rafforzativi (really) o attenuativi (I mean). I dati estratti dal sub-corpus italiano, LINDSEI-IT, sono paragonati a quelli estratti dal corpus di controllo inglese, LOCNEC, al fine di evidenziare le peculiarità del parlato degli apprendenti italiani. Lo scopo dello studio è di fornire una descrizione accurata e sostanziata da dati empirici dell’inglese degli apprendenti e di metterne in luce le sue peculiarità. I dati emersi da questo studio sono innanzitutto l’alto uso del pronome di prima persona da parte degli intervistati, come ci si può aspettare in un tipo di conversazione incentrata sugli studenti stessi, le loro esperienze e preferenze. Allo stesso tempo emerge anche la tendenza a privilegiare la valutazione rispetto ai fatti personali negli studenti italiani diversamente dagli inglesi. A livello linguistico si nota anche l’uso di forme non contratte nel parlato degli italiani, meno usate dagli studenti inglesi. Per quanto riguarda i verbi che esprimono stati mentali, l’espressione I think risulta più frequente nei dialoghi con gli studenti italiani, mentre emerge una gamma più ampia di verbi nel parlato degli inglesi. Esaminando i verbi valutativi, si nota che l’uso di I like è maggiore negli italiani, ma l’espressione è più frequentemente rafforzata da elementi pragmatici dagli studenti inglesi (I do like, I really like). Per quanto concerne la negazione, si rileva un uso basso di valutazione negativa da parte di entrambi i parlanti. Infine si evidenzia una minore assertività degli studenti italiani, segnalata dall’alto uso del segnale discorsivo I don’t know come attenuativo e riempitivo rispetto agli inglesi, che viceversa impiegano con maggiore frequenza il segnale discorsivo I mean come indicatore di riformulazione, riempitivo e attenuativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.