La ricchezza e la complessità del pensiero di Ibn Haldūn (1332-1406) inducono a riconoscere in lui il precursore delle più diverse discipline: sociologia, etnografia, antropologia, demografia. Non è invece mai indagata la dimensione giuridica del suo pensiero, che pure è estremamente originale. La lingua araba non conosce una universalità a cui ricondurre la šarī’a, il diritto dello Stato e le regole ancestrali, che restano domini separati e non omogenei. Ibn Haldūn che, per fondare una nova scienza storica, crea un nuovo vocabolario, innova anche nel campo giuridico, dove, con il termine wāzi’, freno, descrive la funzione comune a šarī’a, diritto dello Stato e regole ancestrali. Il pensiero realista e disincantato di Ibn Haldūn, partendo dal presupposto che la šarī’a è vera, ma inattingibile, rivolge la sua attenzione penetrante alla dimensione puramente umana delle esperienze giuridiche.
Il diritto come freno. Appunti giuridici a margine di una lettura della "Muqaddima" di Ibn Haldun
ALUFFI, Roberta
2011-01-01
Abstract
La ricchezza e la complessità del pensiero di Ibn Haldūn (1332-1406) inducono a riconoscere in lui il precursore delle più diverse discipline: sociologia, etnografia, antropologia, demografia. Non è invece mai indagata la dimensione giuridica del suo pensiero, che pure è estremamente originale. La lingua araba non conosce una universalità a cui ricondurre la šarī’a, il diritto dello Stato e le regole ancestrali, che restano domini separati e non omogenei. Ibn Haldūn che, per fondare una nova scienza storica, crea un nuovo vocabolario, innova anche nel campo giuridico, dove, con il termine wāzi’, freno, descrive la funzione comune a šarī’a, diritto dello Stato e regole ancestrali. Il pensiero realista e disincantato di Ibn Haldūn, partendo dal presupposto che la šarī’a è vera, ma inattingibile, rivolge la sua attenzione penetrante alla dimensione puramente umana delle esperienze giuridiche.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.