In vite ad uva da tavola cv Italia protetta con film plastico per ritardare la raccolta, i potenziali idrici del tronco, i tassi di scambio gassoso fogliare, lo stato nutrizionale del ceppo, il vigore vegetativo, le componenti della produzione e le principali caratteristiche del mosto sono state saggiate al fine di valutare le risposte ecofisiologiche ed agronomiche alle seguenti tecniche di gestione del suolo: lavorazione, trinciatura delle erbe infestanti, diserbo chimico con glyphosate trimesium, diserbo chimico con miscela di glyphosate trimesium e composto siglato ad azione residuale. I risultati medi ottenuti nel biennio 1998-1999, ovvero al quarto e quinto anno dall’inizio della prova, hanno indicato il diserbo chimico come la tecnica di gestione del suolo atta a conseguire le migliori risposte agronomiche unitamente ad un risparmio rispetto ai costi di conduzione dell’impianto gestito con le tradizionali lavorazioni. Nelle condizioni di prova, dato il conseguimento di limitati livelli medi di infestazione e l’assenza di carenze idriche e nutrizionali, le differenti risposte agronomiche ed ecofisiologiche delle viti alla gestione del suolo non sono apparse direttamente imputabili ad azioni competitive della flora infestante; più complessi effetti, verosimilmente esercitati sul sistema suolo-radici-germoglio da parte degli interventi diretti al terreno, dovrebbero pertanto, essere considerati. La risposta delle viti allevate su suolo lavorato sembra essere stata penalizzata da un ridotto vigore del ceppo. Quest’ultima caratteristica, notoriamente mal si integra con le esigenze del vigneto ad uva da tavola soggetto a ‘semiforzatura tardiva’ e può influenzare negativamente la produttività dell’impianto e le caratteristiche della bacca. Le due tecniche di diserbo chimico hanno influito sulla risposta del vigneto in maniera complessivamente molto simile tra loro. E’ da sottolineare come, grazie anche all’effetto ombreggiante della chioma allevata a tendone, un unico trattamento erbicida sia risultato sufficiente a contenere l’infestazione. In queste condizioni, ed in considerazione della buona degradabilità del composto base impiegato, le specifiche modalità d’intervento chimico adottate sembrano poter essere considerate di non elevato impatto ambientale.
Risposte ecofisiologiche ed agronomiche di Vitis vinifera L. cv Italia a differenti tecniche di gestione del suolo
NOVELLO, Vittorino;
2002-01-01
Abstract
In vite ad uva da tavola cv Italia protetta con film plastico per ritardare la raccolta, i potenziali idrici del tronco, i tassi di scambio gassoso fogliare, lo stato nutrizionale del ceppo, il vigore vegetativo, le componenti della produzione e le principali caratteristiche del mosto sono state saggiate al fine di valutare le risposte ecofisiologiche ed agronomiche alle seguenti tecniche di gestione del suolo: lavorazione, trinciatura delle erbe infestanti, diserbo chimico con glyphosate trimesium, diserbo chimico con miscela di glyphosate trimesium e composto siglato ad azione residuale. I risultati medi ottenuti nel biennio 1998-1999, ovvero al quarto e quinto anno dall’inizio della prova, hanno indicato il diserbo chimico come la tecnica di gestione del suolo atta a conseguire le migliori risposte agronomiche unitamente ad un risparmio rispetto ai costi di conduzione dell’impianto gestito con le tradizionali lavorazioni. Nelle condizioni di prova, dato il conseguimento di limitati livelli medi di infestazione e l’assenza di carenze idriche e nutrizionali, le differenti risposte agronomiche ed ecofisiologiche delle viti alla gestione del suolo non sono apparse direttamente imputabili ad azioni competitive della flora infestante; più complessi effetti, verosimilmente esercitati sul sistema suolo-radici-germoglio da parte degli interventi diretti al terreno, dovrebbero pertanto, essere considerati. La risposta delle viti allevate su suolo lavorato sembra essere stata penalizzata da un ridotto vigore del ceppo. Quest’ultima caratteristica, notoriamente mal si integra con le esigenze del vigneto ad uva da tavola soggetto a ‘semiforzatura tardiva’ e può influenzare negativamente la produttività dell’impianto e le caratteristiche della bacca. Le due tecniche di diserbo chimico hanno influito sulla risposta del vigneto in maniera complessivamente molto simile tra loro. E’ da sottolineare come, grazie anche all’effetto ombreggiante della chioma allevata a tendone, un unico trattamento erbicida sia risultato sufficiente a contenere l’infestazione. In queste condizioni, ed in considerazione della buona degradabilità del composto base impiegato, le specifiche modalità d’intervento chimico adottate sembrano poter essere considerate di non elevato impatto ambientale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.