L’articolo analizza il sonetto di Guido Cavalcanti «Se non ti caggia la tua santalena» a partire dall’interpretazione in chiave di aequivocatio oscena sostenuta a suo tempo da Mauro Cursietti, contro la lettura vulgata riproposta ancora in interventi recentissimi. In particolare, si precisa il significato delle varie allusioni in cifra, facendo ricorso fra l’altro a un confronto con l’orazione di frate Cipolla nel Decameron di Boccaccio. Successivamente, anche con riferimento agli studi in materia usciti negli ultimi anni, si dimostra che la scrittura su doppio registro messa in atto da Cavalcanti nel sonetto non costituisce un caso isolato, ma corrisponde a una prassi ben attestata nella poesia del suo tempo (da Rustico Filippi ai rimatori perugini).
Numismatica, agronomia, meteorologia, o altro? Sulla «Santalena» di Guido Cavalcanti
BARBERI SQUAROTTI, Giovanni
2010-01-01
Abstract
L’articolo analizza il sonetto di Guido Cavalcanti «Se non ti caggia la tua santalena» a partire dall’interpretazione in chiave di aequivocatio oscena sostenuta a suo tempo da Mauro Cursietti, contro la lettura vulgata riproposta ancora in interventi recentissimi. In particolare, si precisa il significato delle varie allusioni in cifra, facendo ricorso fra l’altro a un confronto con l’orazione di frate Cipolla nel Decameron di Boccaccio. Successivamente, anche con riferimento agli studi in materia usciti negli ultimi anni, si dimostra che la scrittura su doppio registro messa in atto da Cavalcanti nel sonetto non costituisce un caso isolato, ma corrisponde a una prassi ben attestata nella poesia del suo tempo (da Rustico Filippi ai rimatori perugini).File | Dimensione | Formato | |
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