Ludi mathematici

I Ludhi mathematici (1450-1452) di Leon Battista Alberti non si occupano di squisita matematica astratta. In essi si tratta anzitutto di res mathematicae, cose o circostanze a cui la matematica può essere applicata: dall’arte e dalla prospettiva pittorica fino alle tecniche volte ad arginare le acque; dalla meccanica e dall’agrimensura fino agli esperimenti con la bilancia. I ludi rerum mathematicarum offrono in effetti, anche ai non specialisti, degli “ingegnosi artifici” con cui poter meglio comprendere situazioni concrete in cui “misura e proporzione” possono essere validi strumenti euristici e congetturali. Il pensiero albertiano, in tal senso, sembra ispirarsi a una ben più “grassa Minerva” rispetto a quella, astratta ed esangue, a cui si attengono aritmetica e geometria: le esperienze ‘matematiche’, scrive Alberti, sono anche “cose iocundissime”, in cui la ragione deve trovar diletto.