Il 7 giugno del 2009, contemporaneamente alle elezioni europee e a qualche giorno di distanza dal discorso pronunciato dal Presidente americano Barack Obama al Cairo, si sono svolte in Libano le elezioni legislative. La costruzione mediatica di questo evento, sia nella stampa nazionale sia in quella internazionale ha scatenato ampie discussioni e dibattiti tra gli analisti politici: quale sarebbe stato il risultato delle elezioni? Chi avrebbe avuto la meglio, la coalizione del 14 marzo o quella dell’8 marzo? E il ruolo del generale Aoun? In caso di vittoria dell’opposizione quale sarebbe stato il ruolo di Hizballah? Come avrebbe reagito la comunità internazionale e i vicini regionali alla vittoria di un partito islamico? Come sarebbero stati ridisegnati il panorama politico libanese e i rapporti tra i diversi attori comunitari? I risultati elettorali non hanno dato problemi di interpretazione: la coalizione al governo ha vinto e, con ogni probabilità verrà stabilita una situazione che tutela e mantiene lo status quo ante. Il portavoce e deputato di Hizballah Hassan Fadlallah e il generale Michel Aoun del Free Patriotic Movement si sono, infatti, subito resi disponibili a partecipare ad un governo di Unità Nazionale. Eppure, alla vigilia delle elezioni i timori di una vittoria schiacciante di Hizballah e di una nuova esplosione della violenza in Libano sono stati paventati dalla stampa internazionale, tanto che una breve occhiata ai titoli dei quotidiani dei giorni immediatamente successivi all’elezione non lascia dubbi sul fatto che la vittoria del “Partito di Dio” fosse in qualche modo attesa . Nelle pagine che seguono cercheremo di comprendere come e perchè si sia radicata questa convinzione e, soprattutto, come essa sia stata costruita e su quali basi. Per fare ciò descriveremo brevemente il tessuto socio-politico libanese soffermandoci in particolare su alcune caratteristiche dello stato e offrendo una breve panoramica sul suo sistema elettorale. Passeremo poi a trattare sinteticamente gli sviluppi politici degli ultimi anni per arrivare, infine, ad un’analisi dell’ultimo momento di verifica elettorale.

Vino vecchio in botti vecchie: il paradosso delle ultime elezioni libanesi

DI PERI, ROSITA
2009-01-01

Abstract

Il 7 giugno del 2009, contemporaneamente alle elezioni europee e a qualche giorno di distanza dal discorso pronunciato dal Presidente americano Barack Obama al Cairo, si sono svolte in Libano le elezioni legislative. La costruzione mediatica di questo evento, sia nella stampa nazionale sia in quella internazionale ha scatenato ampie discussioni e dibattiti tra gli analisti politici: quale sarebbe stato il risultato delle elezioni? Chi avrebbe avuto la meglio, la coalizione del 14 marzo o quella dell’8 marzo? E il ruolo del generale Aoun? In caso di vittoria dell’opposizione quale sarebbe stato il ruolo di Hizballah? Come avrebbe reagito la comunità internazionale e i vicini regionali alla vittoria di un partito islamico? Come sarebbero stati ridisegnati il panorama politico libanese e i rapporti tra i diversi attori comunitari? I risultati elettorali non hanno dato problemi di interpretazione: la coalizione al governo ha vinto e, con ogni probabilità verrà stabilita una situazione che tutela e mantiene lo status quo ante. Il portavoce e deputato di Hizballah Hassan Fadlallah e il generale Michel Aoun del Free Patriotic Movement si sono, infatti, subito resi disponibili a partecipare ad un governo di Unità Nazionale. Eppure, alla vigilia delle elezioni i timori di una vittoria schiacciante di Hizballah e di una nuova esplosione della violenza in Libano sono stati paventati dalla stampa internazionale, tanto che una breve occhiata ai titoli dei quotidiani dei giorni immediatamente successivi all’elezione non lascia dubbi sul fatto che la vittoria del “Partito di Dio” fosse in qualche modo attesa . Nelle pagine che seguono cercheremo di comprendere come e perchè si sia radicata questa convinzione e, soprattutto, come essa sia stata costruita e su quali basi. Per fare ciò descriveremo brevemente il tessuto socio-politico libanese soffermandoci in particolare su alcune caratteristiche dello stato e offrendo una breve panoramica sul suo sistema elettorale. Passeremo poi a trattare sinteticamente gli sviluppi politici degli ultimi anni per arrivare, infine, ad un’analisi dell’ultimo momento di verifica elettorale.
2009
3-4
185
199
http://www.comune.bologna.it/iperbole/africheorienti/
Libano; elezioni; democrazia confessionale
Di Peri Rosita
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