Nel corso della loro storia ormai secolare, le Relazioni Internazionali si sono occupate diffusamente del fenomeno bellico. Del resto, la disciplina nacque proprio sulla scorta della Prima guerra mondiale, con l’intento di comprendere – e auspicabilmente controllare – le dinamiche conflittuali. Il concetto di «guerra», tuttavia, non è monolitico come potrebbe apparire in prima battuta. Nella teoria il concetto di guerra è spesso associato al confronto tra stati per mezzo dello strumento militare. Tuttavia, al giorno d'oggi le «piccole guerre» – quelle interne, non condotte dallo stato, ma a scapito dello stato – sono divenute la norma. Contestualmente, attori non militari in senso proprio si sono imposti come i nuovi protagonisti della tragedia bellica, importando nel conflitto modalità eterodosse di combattimento le quali risultano – in ultima istanza – anche più efficaci di quelle regolari. Tutto ciò crea uno scostamento notevole dal modello westfaliano di guerra. I conflitti contemporanei non soltanto non avvengono tra stati e non hanno necessariamente le organizzazioni militari come protagoniste: mettono anche in discussione tutta una serie di dicotomie proprie della concezione moderna della politica.
C'era una volta la guerra. Sicurezza e nuove minacce
RUZZA, Stefano
2010-01-01
Abstract
Nel corso della loro storia ormai secolare, le Relazioni Internazionali si sono occupate diffusamente del fenomeno bellico. Del resto, la disciplina nacque proprio sulla scorta della Prima guerra mondiale, con l’intento di comprendere – e auspicabilmente controllare – le dinamiche conflittuali. Il concetto di «guerra», tuttavia, non è monolitico come potrebbe apparire in prima battuta. Nella teoria il concetto di guerra è spesso associato al confronto tra stati per mezzo dello strumento militare. Tuttavia, al giorno d'oggi le «piccole guerre» – quelle interne, non condotte dallo stato, ma a scapito dello stato – sono divenute la norma. Contestualmente, attori non militari in senso proprio si sono imposti come i nuovi protagonisti della tragedia bellica, importando nel conflitto modalità eterodosse di combattimento le quali risultano – in ultima istanza – anche più efficaci di quelle regolari. Tutto ciò crea uno scostamento notevole dal modello westfaliano di guerra. I conflitti contemporanei non soltanto non avvengono tra stati e non hanno necessariamente le organizzazioni militari come protagoniste: mettono anche in discussione tutta una serie di dicotomie proprie della concezione moderna della politica.File | Dimensione | Formato | |
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