Uno sguardo un po’ approfondito a quanto è accaduto e sta accadendo in Europa, una puntuale disamina della documentazione licenziata dalla UE e un esame delle riflessioni che vengono lì esplicitate, permette di mettere in evidenza la modernità delle proposte della DDSCI e la piena attualità delle linee tracciate sull’asse verticale dalla sua Commissione Curricoli il cui lavoro1 ci pare si collochi nel solco del contesto internazionale e non solo in quello nazionale, per la verità forse ancora troppo provinciale e irrigidito su opzioni eccessivamente disciplinariste, spesso ancora finalizzate ai soli obiettivi di apprendimento. Sotto questo profilo gli elaborati della DDSCI rappresentano un decisivo passo verso una visione moderna della didattica chimica, che arriva finalmente a coniugare gli aspetti culturali, i linguaggi, le relazioni disciplinari e trasversali con il mondo reale e con il principio fondativo della centralità dello studente nel suo processo di apprendimento. I documenti licenziati dalla CCDDSCI affrontano per la prima volta nei fatti e con decisione la questione della differenza tra disciplina e materia di insegnamento: differenza non certo nuova, ma mai proposta nella pratica d’insegnamento in modo così chiaro. I principi e le relative applicazioni che si trovano nel curricolo verticale della DDSCI, fondati sulla complementarietà delle scienze sperimentali nella scuola di base e sulle graduali formalizzazioni nei successivi livelli di scolarità, accolgono pienamente quanto sostenuto e sperimentato oggi nel mondo ma, per certi versi e in certi casi, si spingono perfino più avanti, verso un approccio effettivamente nuovo se è vero, come è vero, che la scuola delle competenze è qualcosa di ben diverso dalla scuola dei programmi. Per andare a fondo circa la relazione tra questi aspetti innovativi che la DDSCI propone e la situazione che sta fuori dal nostro Paese, è bene analizzare un po’ più da vicino quanto è avvenuto e sta avvenendo in Europa. Riferire come faremo, punto per punto, le tappe evolutive dell’elaborazione avvenuta in Europa e riportare parti essenziali dei documenti che ne sono derivati, non risponde ad esigenze di semplice documentazione (i documenti noti ai lettori sono direttamente consultabili in rete), ma alla necessità di offrire un quadro di merito entro precise cornici di senso a quanto elaborato dalla CCDDSCI così da coglierne la portata e l’importanza.

Le indicazioni della DDSCI per l’insegnamento delle Scienze: uno sguardo all’Europa

CARPIGNANO, Rosarina;CERRATO, Giuseppina;
2009-01-01

Abstract

Uno sguardo un po’ approfondito a quanto è accaduto e sta accadendo in Europa, una puntuale disamina della documentazione licenziata dalla UE e un esame delle riflessioni che vengono lì esplicitate, permette di mettere in evidenza la modernità delle proposte della DDSCI e la piena attualità delle linee tracciate sull’asse verticale dalla sua Commissione Curricoli il cui lavoro1 ci pare si collochi nel solco del contesto internazionale e non solo in quello nazionale, per la verità forse ancora troppo provinciale e irrigidito su opzioni eccessivamente disciplinariste, spesso ancora finalizzate ai soli obiettivi di apprendimento. Sotto questo profilo gli elaborati della DDSCI rappresentano un decisivo passo verso una visione moderna della didattica chimica, che arriva finalmente a coniugare gli aspetti culturali, i linguaggi, le relazioni disciplinari e trasversali con il mondo reale e con il principio fondativo della centralità dello studente nel suo processo di apprendimento. I documenti licenziati dalla CCDDSCI affrontano per la prima volta nei fatti e con decisione la questione della differenza tra disciplina e materia di insegnamento: differenza non certo nuova, ma mai proposta nella pratica d’insegnamento in modo così chiaro. I principi e le relative applicazioni che si trovano nel curricolo verticale della DDSCI, fondati sulla complementarietà delle scienze sperimentali nella scuola di base e sulle graduali formalizzazioni nei successivi livelli di scolarità, accolgono pienamente quanto sostenuto e sperimentato oggi nel mondo ma, per certi versi e in certi casi, si spingono perfino più avanti, verso un approccio effettivamente nuovo se è vero, come è vero, che la scuola delle competenze è qualcosa di ben diverso dalla scuola dei programmi. Per andare a fondo circa la relazione tra questi aspetti innovativi che la DDSCI propone e la situazione che sta fuori dal nostro Paese, è bene analizzare un po’ più da vicino quanto è avvenuto e sta avvenendo in Europa. Riferire come faremo, punto per punto, le tappe evolutive dell’elaborazione avvenuta in Europa e riportare parti essenziali dei documenti che ne sono derivati, non risponde ad esigenze di semplice documentazione (i documenti noti ai lettori sono direttamente consultabili in rete), ma alla necessità di offrire un quadro di merito entro precise cornici di senso a quanto elaborato dalla CCDDSCI così da coglierne la portata e l’importanza.
2009
Anno XXXI, n. 4, Ottobre-Dicembre 2009
8
19
Insegnamento delle Scienze; Programmi europei; Programmi italiani
R Carpignano; G. Cerrato; D. Lanfranco
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