Questi scritti, mai tradotti in italiano, affrontano nodi epistemologici lungi dall’essere risolti: il valore dei test psicologici somministrati a uomini e donne di altre culture, il rapporto impossibile fra il colonizzato e il giudice europeo, lo statuto della follia nelle società musulmane, i vincoli che conducono spesso all’insuccesso i modelli terapeutici occidentali applicati in altri contesti, gli stereotipi sulle presunte caratteristiche psichiche del musulmano. Con toni a tratti profetici, l’analisi di Fanon mette allo scoperto molti dei problemi con i quali si misurano oggi l’etnopsichiatria e l’antropologia medica critica: il difficile incontro fra il corpo inquieto dell’immigrato e il clinico occidentale (e i rischi del suo fallimento), la miopia di saperi che non guarda a quella violenza quotidiana e invisibile che “secerne” la sofferenza dei dominati. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è “impossibile guarire” in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l’enigma politico della malattia e della cura.
Frantz Fanon, decolonizzare la follia. Scritti sulla psichiatria coloniale
BENEDUCE, Roberto
2020-01-01
Abstract
Questi scritti, mai tradotti in italiano, affrontano nodi epistemologici lungi dall’essere risolti: il valore dei test psicologici somministrati a uomini e donne di altre culture, il rapporto impossibile fra il colonizzato e il giudice europeo, lo statuto della follia nelle società musulmane, i vincoli che conducono spesso all’insuccesso i modelli terapeutici occidentali applicati in altri contesti, gli stereotipi sulle presunte caratteristiche psichiche del musulmano. Con toni a tratti profetici, l’analisi di Fanon mette allo scoperto molti dei problemi con i quali si misurano oggi l’etnopsichiatria e l’antropologia medica critica: il difficile incontro fra il corpo inquieto dell’immigrato e il clinico occidentale (e i rischi del suo fallimento), la miopia di saperi che non guarda a quella violenza quotidiana e invisibile che “secerne” la sofferenza dei dominati. La psichiatria, chiamata da Fanon a riconoscere che è “impossibile guarire” in un contesto di oppressione e di arbitrio, è invitata in queste pagine a interrogare conflitti e omissioni, e a confrontarsi con l’enigma politico della malattia e della cura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.