Il saggio ricostruisce le peculiari caratteristiche della riscoperta del Medioevo in Piemonte tra fine Settecento e inizio Ottocento, nell’orizzonte, che fu europeo, della trasformazione dell’antiquaria in una storia evolutiva degli stili: le polemiche tra “cartisti” e “stilisti” (Giuseppe Vernazza e Guglielmo Della Valle), la fortuna dell’architettura antica, considerata documento e “prova” della storia (Giovanni Antonio Ranza sulla cattedrale di Santa Maria Maggiore a Vercelli), l’idea di storia patria che accomunò storici e conoscitori, fino alla maturazione di un nuovo progetto di museo pubblico.
"L'utilità della istoria": il Medioevo piemontese nel Settecento
GAUNA, Chiara
2007-01-01
Abstract
Il saggio ricostruisce le peculiari caratteristiche della riscoperta del Medioevo in Piemonte tra fine Settecento e inizio Ottocento, nell’orizzonte, che fu europeo, della trasformazione dell’antiquaria in una storia evolutiva degli stili: le polemiche tra “cartisti” e “stilisti” (Giuseppe Vernazza e Guglielmo Della Valle), la fortuna dell’architettura antica, considerata documento e “prova” della storia (Giovanni Antonio Ranza sulla cattedrale di Santa Maria Maggiore a Vercelli), l’idea di storia patria che accomunò storici e conoscitori, fino alla maturazione di un nuovo progetto di museo pubblico.File in questo prodotto:
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