La ritrattistica a disegno di Ottavio Leoni (1578-1630), nella sua programmatica estensione temporale e numerica (che il volume ripercorre anche in cronotassi), restituisce un’altissima quanto singolare declinazione del genere non solo in età protobarocca. Epoca che essa aiuta a sondare nei meandri della politica dinastica e collezionistica non esclusivamente romana, della quale Ottavio, artista solo apparentemente semplice e invece solitario sperimentatore di tecniche e raffinatissimo esegeta dei più vari universi psicologici, è avvertito, impietoso, pure talora inconsapevolmente, testimone e lettore. Un testimone che agisce da un punto di stazione mentale ed estetico prima che fisico, innervato dal mondo veneto quanto intensamente naturalistico in una versione reticente e profondamente personale, appena sfiorata dal caravaggismo. E si tratta di una vicenda nella quale, rispetto a quanto troppo a lungo ritenuto, il cardinal Montalto si riappropria del ruolo di primario, spesso sotterraneo mèntore. Protagonista della ritrattistica a disegno protobarocca anche per evidenza linguistica, Ottavio Leoni lo è altresì come calcografo per l’incidenza esercitata su van Dyck e per le suggestioni sul giovane Velázquez che a Roma cerca di incontrarlo e apprende invece della sua morte.
Ottavio Leoni e la ritrattistica a disegno protobarocca
TORDELLA, Piera Giovanna
2011-01-01
Abstract
La ritrattistica a disegno di Ottavio Leoni (1578-1630), nella sua programmatica estensione temporale e numerica (che il volume ripercorre anche in cronotassi), restituisce un’altissima quanto singolare declinazione del genere non solo in età protobarocca. Epoca che essa aiuta a sondare nei meandri della politica dinastica e collezionistica non esclusivamente romana, della quale Ottavio, artista solo apparentemente semplice e invece solitario sperimentatore di tecniche e raffinatissimo esegeta dei più vari universi psicologici, è avvertito, impietoso, pure talora inconsapevolmente, testimone e lettore. Un testimone che agisce da un punto di stazione mentale ed estetico prima che fisico, innervato dal mondo veneto quanto intensamente naturalistico in una versione reticente e profondamente personale, appena sfiorata dal caravaggismo. E si tratta di una vicenda nella quale, rispetto a quanto troppo a lungo ritenuto, il cardinal Montalto si riappropria del ruolo di primario, spesso sotterraneo mèntore. Protagonista della ritrattistica a disegno protobarocca anche per evidenza linguistica, Ottavio Leoni lo è altresì come calcografo per l’incidenza esercitata su van Dyck e per le suggestioni sul giovane Velázquez che a Roma cerca di incontrarlo e apprende invece della sua morte.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.