Lo stalking viene definito come un insieme di comportamenti aggressivi messi in atto da un soggetto (stalker) che irrompe in modo reiterato, indesiderato e con intento persecutorio nella vita privata di un altro individuo (vittima) che percepisce tali comportamenti fastidiosi, paurosi se non pericolosi per la propria e/o altrui incolumità. È questo l’elemento chiave per definire il fenomeno: la percezione della vittima. Se infatti l’invio di regali, lettere, fiori, incontri più o meno casuali in luoghi frequentati da un soggetto o da entrambi, ecc. possono essere comportamenti auspicati quando vi è una reciprocità di interesse (ad esempio nel rituale del corteggiamento), gli stessi possono essere vissuti come spaventevoli se indesiderati. Un altro elemento che caratterizza il fenomeno e lo rende peculiare rispetto ad altri comportamenti violenti, come ad esempio il mobbing o la molestia sessuale, è la presenza di condotte tese alla persecuzione nella vita privata della vittima. Non a caso il termine deriva dal linguaggio venatorio dove viene utilizzato con il significato di braccare, pedinare, appostarsi in agguato di una preda: è chiara in questa definizione l’inquietudine che qualifica i comportamenti dello stalker e l’ansia che gli stessi incutono alla vittima, determinando la sensazione di non essere mai al sicuro, in nessun luogo. Come si può ben immaginare il fenomeno risulta variegato dal punto di vista della tipologia di comportamenti messi in atto, del legame che sussiste tra vittima e stalker, della motivazione che ha innescato la campagna di comportamenti violenti e assillanti, della sua dinamica, delle conseguenze sulle vittime.

Stalking: analisi del fenomeno

ACQUADRO MARAN, Daniela;
2011-01-01

Abstract

Lo stalking viene definito come un insieme di comportamenti aggressivi messi in atto da un soggetto (stalker) che irrompe in modo reiterato, indesiderato e con intento persecutorio nella vita privata di un altro individuo (vittima) che percepisce tali comportamenti fastidiosi, paurosi se non pericolosi per la propria e/o altrui incolumità. È questo l’elemento chiave per definire il fenomeno: la percezione della vittima. Se infatti l’invio di regali, lettere, fiori, incontri più o meno casuali in luoghi frequentati da un soggetto o da entrambi, ecc. possono essere comportamenti auspicati quando vi è una reciprocità di interesse (ad esempio nel rituale del corteggiamento), gli stessi possono essere vissuti come spaventevoli se indesiderati. Un altro elemento che caratterizza il fenomeno e lo rende peculiare rispetto ad altri comportamenti violenti, come ad esempio il mobbing o la molestia sessuale, è la presenza di condotte tese alla persecuzione nella vita privata della vittima. Non a caso il termine deriva dal linguaggio venatorio dove viene utilizzato con il significato di braccare, pedinare, appostarsi in agguato di una preda: è chiara in questa definizione l’inquietudine che qualifica i comportamenti dello stalker e l’ansia che gli stessi incutono alla vittima, determinando la sensazione di non essere mai al sicuro, in nessun luogo. Come si può ben immaginare il fenomeno risulta variegato dal punto di vista della tipologia di comportamenti messi in atto, del legame che sussiste tra vittima e stalker, della motivazione che ha innescato la campagna di comportamenti violenti e assillanti, della sua dinamica, delle conseguenze sulle vittime.
2011
3
343
351
Acquadro Maran D.; Varetto A
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