Social networks are built on a great amount of intellectual property. Moreover, their life depends on a continuous stream of information and contents supplied by various categories of «users», including end-users, advertisers, developers of interoperating software and websites. This article investigates at first whether, according to EU-laws, the functioning of a social network requires its participants to cross-licence their intellectual property rights. It gives a partially positive answer, which in turn suggests verifying how the issue of IP rights is addressed by the terms and conditions governing access and use of several well-known websites. This inquiry reveals that US-based and EU-based service providers tend to apply different policies, the latter being far more cautious on the scope of intellectual property rights (and particularly copyright and related rights) that a user needs to license to the platform operator in order to get access to the service. At this stage the article argues that what makes social networks unique is the kind of communication that they enable: which is neither private nor public, being instead scalable by users according to their own needs within a predefined range of options. It is submitted that contractual agreements governing social network services cannot contradict this essential feature and provide platform operators with the right to exploit users’ content at their own discretion. Such agreements would not be compatible with the laws governing consumer and copyright contracts in Europe, as long as they run against users’ (and particularly end-users) expectations. I social network sono costruiti su una grande quantità di proprietà intellettuale. Per di più, la loro vita dipende da un flusso continuo di informazioni e contenuti messi a disposizione da varie categorie di «utenti», che includono gli utenti finali, gli inserzionisti pubblicitari, gli sviluppatori di software interoperabili e di siti web. Il saggio analizza anzitutto se, alla luce della disciplina comunitaria, il funzionamento del social network imponga ai suoi partecipanti lo scambio di licenze sui rispettivi diritti di proprietà intellettuale. Dà una risposta almeno in parte positiva, che a sua volta suggerisce di verificare come i diritti di proprietà intellettuale siano trattati nelle condizioni contrattuali che governano l’accesso e l’uso di alcuni siti web molto famosi. Questa ricerca rivela che i fornitori di servizi basati negli Stati Uniti ed in Europa tendono ad applicare politiche diverse; ed in particolare quelli europei sono molto più cauti nella definizione del contenuto dei diritti di proprietà intellettuale (e soprattutto dei diritti d’autore e connessi) che un utente deve concedere in licenza al gestore della piattaforma per avere accesso al servizio. A questo punto il saggio argomenta che i social networks sono resi unici dal tipo di comunicazione che rendono possibile: né pubblica né privata, ma scalabile dagli utenti sulla base dei loro bisogni all’interno di un ventaglio di opzioni predeterminate. Lo studio ritiene che gli accordi contrattuali che governano i servizi offerti dai social networks non possano contraddire questa caratteristica essenziale ed attribuire al gestore della piattaforma il diritto di sfruttare a sua discrezione i contenuti degli utenti. Un tale accordo non sarebbe compatibile con le leggi che governano i contratti dei consumatori ed i contratti di diritto d’autore in Europa, quanto meno se si pongono in contraddizione con le aspettative degli utenti ed in particolare di quelli finali.

Le regole del contratto tra social network e utente sull’uso della proprietà intellettuale del gestore, dell’utente e degli altri utenti - riflessioni a partire dall'individuazione del fenomeno, dei suoi soggetti e della funzione del contratto

COGO, Alessandro Enrico
2012-01-01

Abstract

Social networks are built on a great amount of intellectual property. Moreover, their life depends on a continuous stream of information and contents supplied by various categories of «users», including end-users, advertisers, developers of interoperating software and websites. This article investigates at first whether, according to EU-laws, the functioning of a social network requires its participants to cross-licence their intellectual property rights. It gives a partially positive answer, which in turn suggests verifying how the issue of IP rights is addressed by the terms and conditions governing access and use of several well-known websites. This inquiry reveals that US-based and EU-based service providers tend to apply different policies, the latter being far more cautious on the scope of intellectual property rights (and particularly copyright and related rights) that a user needs to license to the platform operator in order to get access to the service. At this stage the article argues that what makes social networks unique is the kind of communication that they enable: which is neither private nor public, being instead scalable by users according to their own needs within a predefined range of options. It is submitted that contractual agreements governing social network services cannot contradict this essential feature and provide platform operators with the right to exploit users’ content at their own discretion. Such agreements would not be compatible with the laws governing consumer and copyright contracts in Europe, as long as they run against users’ (and particularly end-users) expectations. I social network sono costruiti su una grande quantità di proprietà intellettuale. Per di più, la loro vita dipende da un flusso continuo di informazioni e contenuti messi a disposizione da varie categorie di «utenti», che includono gli utenti finali, gli inserzionisti pubblicitari, gli sviluppatori di software interoperabili e di siti web. Il saggio analizza anzitutto se, alla luce della disciplina comunitaria, il funzionamento del social network imponga ai suoi partecipanti lo scambio di licenze sui rispettivi diritti di proprietà intellettuale. Dà una risposta almeno in parte positiva, che a sua volta suggerisce di verificare come i diritti di proprietà intellettuale siano trattati nelle condizioni contrattuali che governano l’accesso e l’uso di alcuni siti web molto famosi. Questa ricerca rivela che i fornitori di servizi basati negli Stati Uniti ed in Europa tendono ad applicare politiche diverse; ed in particolare quelli europei sono molto più cauti nella definizione del contenuto dei diritti di proprietà intellettuale (e soprattutto dei diritti d’autore e connessi) che un utente deve concedere in licenza al gestore della piattaforma per avere accesso al servizio. A questo punto il saggio argomenta che i social networks sono resi unici dal tipo di comunicazione che rendono possibile: né pubblica né privata, ma scalabile dagli utenti sulla base dei loro bisogni all’interno di un ventaglio di opzioni predeterminate. Lo studio ritiene che gli accordi contrattuali che governano i servizi offerti dai social networks non possano contraddire questa caratteristica essenziale ed attribuire al gestore della piattaforma il diritto di sfruttare a sua discrezione i contenuti degli utenti. Un tale accordo non sarebbe compatibile con le leggi che governano i contratti dei consumatori ed i contratti di diritto d’autore in Europa, quanto meno se si pongono in contraddizione con le aspettative degli utenti ed in particolare di quelli finali.
2012
XX
305
341
Diritti di proprietà intellettuale; contratti; social networks
Cogo
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