Questo saggio studia il problema della circolazione e dei consumi culturali nell’Italia moderna e lo fa a partire da uno specifico case history, quello dell’Orlando Furioso, oggetto di una fortuna ampia e trasversale anche se presto canonizzato tra i classici. Per mettere a fuoco la questione si è analizzata dapprima la nebulosa di testi che ruotavano intorno al poema, testimoniandone lo straordinario e poliedrico successo: riassunti, parafrasi pedisseque o addirittura riscritture truffaldine (dal falso al furto), senza contare i travestimenti dialettali. Passando dalle imitazioni al poema originale, si è poi lavorato sulla storia materiale del libro. La frequenza delle stampe e le alte tirature sono dati ben noti, ma nell’ottica della storia della lettura ciò che più importa è rilevare come le molte copie immesse sul mercato facessero capo a un doppio modello tipografico: merce di pregio o prodotto ordinario destinato a larga diffusione, a conferma una ricezione molto modulata. Come ultimo punto si è cercato di andar oltre il pur impressionante successo editoriale dell’Ariosto, tenendo conto del fatto che i libri circolavano poco tra le fasce basse del pubblico, per lo più povere e analfabete. Si sono quindi evidenziati altri percorsi, altre modalità di consumo connesse alla comunicazione orale, alle molte voci che si intrecciavano intorno alle pagine scritte o stampate, provvedendo a introdurle, a narrarle, a spiegarle. La pluralità di fruizione che aveva caratterizzato da sempre la letteratura cavalleresca si estese infatti nel ’500 sino a coinvolgere i grandi poemi epici come il Furioso. Di conseguenza anche queste nobili opere furono manipolate, sezionate e rimesse in circolo secondo modalità irrituali da un punto di vista letterario; ma proprio grazie a forme alternative come recita, canto o improvvisazione su canovaccio il testo fu in grado di uscire fuori dal libro di carta, cambiando e moltiplicando il suo impatto sul pubblico.
Orlando cantato
ROGGERO, Marina
2011-01-01
Abstract
Questo saggio studia il problema della circolazione e dei consumi culturali nell’Italia moderna e lo fa a partire da uno specifico case history, quello dell’Orlando Furioso, oggetto di una fortuna ampia e trasversale anche se presto canonizzato tra i classici. Per mettere a fuoco la questione si è analizzata dapprima la nebulosa di testi che ruotavano intorno al poema, testimoniandone lo straordinario e poliedrico successo: riassunti, parafrasi pedisseque o addirittura riscritture truffaldine (dal falso al furto), senza contare i travestimenti dialettali. Passando dalle imitazioni al poema originale, si è poi lavorato sulla storia materiale del libro. La frequenza delle stampe e le alte tirature sono dati ben noti, ma nell’ottica della storia della lettura ciò che più importa è rilevare come le molte copie immesse sul mercato facessero capo a un doppio modello tipografico: merce di pregio o prodotto ordinario destinato a larga diffusione, a conferma una ricezione molto modulata. Come ultimo punto si è cercato di andar oltre il pur impressionante successo editoriale dell’Ariosto, tenendo conto del fatto che i libri circolavano poco tra le fasce basse del pubblico, per lo più povere e analfabete. Si sono quindi evidenziati altri percorsi, altre modalità di consumo connesse alla comunicazione orale, alle molte voci che si intrecciavano intorno alle pagine scritte o stampate, provvedendo a introdurle, a narrarle, a spiegarle. La pluralità di fruizione che aveva caratterizzato da sempre la letteratura cavalleresca si estese infatti nel ’500 sino a coinvolgere i grandi poemi epici come il Furioso. Di conseguenza anche queste nobili opere furono manipolate, sezionate e rimesse in circolo secondo modalità irrituali da un punto di vista letterario; ma proprio grazie a forme alternative come recita, canto o improvvisazione su canovaccio il testo fu in grado di uscire fuori dal libro di carta, cambiando e moltiplicando il suo impatto sul pubblico.File | Dimensione | Formato | |
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