Dall'esame dell'immenso carteggio costituito da più di 26.000 lettere, emerge il profondo legame che Vittorio Cian (1862-1951), piemontese d'adozione innamorato dalle Valli di Lanzo e dei suoi abitanti, ebbe prima con Ceres e poi con la villa di Procaria e le montagne circostanti. Si tratta di un legame che conserverà fino alla morte, sopraggiunta la notte di Santo Stefano del 1951, proprio in quella casa «popolata in ogni piano e in ogni camera e mobile di libri», in cui Cian si dedicava a concludere il riordino e il commento del suo prezioso archivio. Il carteggio torna ora, idealmente, tra le valli in cui, anno dopo anno, si era costituito e ci consente di mettere a fuoco alcuni aspetti di un intellettuale complesso: la passione, mai intermessa, per gli studi letterari e per il «suo» “Giornale storico”, il rapporto profondo e tutt'altro che scontato con Benedetto Croce, la sensibilità critica che lo porta a valutare con acutezza l'amico e collega Giovanni Pascoli e la poetessa Ada Negri. Dall'epistolario emergono anche fraintendimenti, errori e tragiche illusioni: prima fra tutte la fiducia cieca nel regime fascista; poi l'incomprensione, condivisa con Croce, Graf, Fogazzaro e molti altri, della funzione della stampa e dei doveri della cronaca in occasione del delitto Murri. Il volume è completato da una bibliografia degli scritti di Cian.
Lettere a Procaria
ALLASIA, Clara
2010-01-01
Abstract
Dall'esame dell'immenso carteggio costituito da più di 26.000 lettere, emerge il profondo legame che Vittorio Cian (1862-1951), piemontese d'adozione innamorato dalle Valli di Lanzo e dei suoi abitanti, ebbe prima con Ceres e poi con la villa di Procaria e le montagne circostanti. Si tratta di un legame che conserverà fino alla morte, sopraggiunta la notte di Santo Stefano del 1951, proprio in quella casa «popolata in ogni piano e in ogni camera e mobile di libri», in cui Cian si dedicava a concludere il riordino e il commento del suo prezioso archivio. Il carteggio torna ora, idealmente, tra le valli in cui, anno dopo anno, si era costituito e ci consente di mettere a fuoco alcuni aspetti di un intellettuale complesso: la passione, mai intermessa, per gli studi letterari e per il «suo» “Giornale storico”, il rapporto profondo e tutt'altro che scontato con Benedetto Croce, la sensibilità critica che lo porta a valutare con acutezza l'amico e collega Giovanni Pascoli e la poetessa Ada Negri. Dall'epistolario emergono anche fraintendimenti, errori e tragiche illusioni: prima fra tutte la fiducia cieca nel regime fascista; poi l'incomprensione, condivisa con Croce, Graf, Fogazzaro e molti altri, della funzione della stampa e dei doveri della cronaca in occasione del delitto Murri. Il volume è completato da una bibliografia degli scritti di Cian.File | Dimensione | Formato | |
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