L’obiettivo di questo articolo è proporre una riflessione sulle potenzialità di un approccio interdisciplinare che integri la ricerca sul potere dell’inglese come lingua globale e gli studi sulla traduzione, vista come metafora dello scambio interculturale. Partendo da un breve quadro storico dello sviluppo dei Translation Studies, l’articolo di concentra poi sulla traduzione dell’informazione, analizzando prima sul ruolo delle agenzie di stampa e successivamente dei blog. Si mette in evidenza come la definizione stessa di ‘traduzione’ venga messa in discussione di fronte alle varie forme adattamento, manipolazione e riscrittura presenti nel mondo dell’informazione. Varie metodologie, mutuate da diversi campi della Discourse Analysis, sono brevemente descritte illustrandone i vantaggi per il ricercatore e prendendo in esame le difficoltà da affrontare per mantenere una posizione il più possibile oggettiva nell’analisi, ulteriormente complicata dalla presenza di più lingue e culture. In conclusione, riprendendo la struttura tripartita proposta da Jakobson, l’articolo propone di guardare alla traduzione come a un continuum: un approccio ritenuto utile e coerente con il crescente grado di ibridismo che caratterizza l’esperienza contemporanea della comunicazione.
Translation as a Global Language
CAIMOTTO, Maria Cristina
2009-01-01
Abstract
L’obiettivo di questo articolo è proporre una riflessione sulle potenzialità di un approccio interdisciplinare che integri la ricerca sul potere dell’inglese come lingua globale e gli studi sulla traduzione, vista come metafora dello scambio interculturale. Partendo da un breve quadro storico dello sviluppo dei Translation Studies, l’articolo di concentra poi sulla traduzione dell’informazione, analizzando prima sul ruolo delle agenzie di stampa e successivamente dei blog. Si mette in evidenza come la definizione stessa di ‘traduzione’ venga messa in discussione di fronte alle varie forme adattamento, manipolazione e riscrittura presenti nel mondo dell’informazione. Varie metodologie, mutuate da diversi campi della Discourse Analysis, sono brevemente descritte illustrandone i vantaggi per il ricercatore e prendendo in esame le difficoltà da affrontare per mantenere una posizione il più possibile oggettiva nell’analisi, ulteriormente complicata dalla presenza di più lingue e culture. In conclusione, riprendendo la struttura tripartita proposta da Jakobson, l’articolo propone di guardare alla traduzione come a un continuum: un approccio ritenuto utile e coerente con il crescente grado di ibridismo che caratterizza l’esperienza contemporanea della comunicazione.File | Dimensione | Formato | |
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