L'introduzione illustra i caratteri delle poesie per ragazzi di Maria Luisa Belleli, desunti in parte dal suo maestro Diego Valeri, da Aldo Palazzeschi, da Angiolo Silvio Novaro, da Renzo Pezzani, da Lina Schwarz e, perché no, da Guido Gozzano. Portata avanti tra mille difficoltà negli anni della guerra, la poesia diventa filtro dell’esistenza, si fa memoria immanente ma non trasparente, unica alternativa alle vicende coeve, sguardo e impegno per un futuro diverso. Tutto ciò è possibile anche, o forse soprattutto, in un tipo di poesia all’apparenza lieve e gioiosa come quella per ragazzi; infatti, se da un lato essa consente di «lasciarsi andare» e di spaziare tra modelli simili e diversi, dall’altro può diventare il luogo privilegiato ove cercare la risposta o l’oblio ai tanti perché della vita e della storia. E allora i temi della guerra, della malattia, della morte, della sofferenza, del passare inesorabile del tempo affiorano in filigrana, con tocco leggero ma insistente, si servono di parole raffinate e ingenue, antiche eppur così nuove, non rifuggono da toni disincantati e ironici, sempre privi di enfasi e retorica.
Introduzione
MASOERO, Mariarosa
2004-01-01
Abstract
L'introduzione illustra i caratteri delle poesie per ragazzi di Maria Luisa Belleli, desunti in parte dal suo maestro Diego Valeri, da Aldo Palazzeschi, da Angiolo Silvio Novaro, da Renzo Pezzani, da Lina Schwarz e, perché no, da Guido Gozzano. Portata avanti tra mille difficoltà negli anni della guerra, la poesia diventa filtro dell’esistenza, si fa memoria immanente ma non trasparente, unica alternativa alle vicende coeve, sguardo e impegno per un futuro diverso. Tutto ciò è possibile anche, o forse soprattutto, in un tipo di poesia all’apparenza lieve e gioiosa come quella per ragazzi; infatti, se da un lato essa consente di «lasciarsi andare» e di spaziare tra modelli simili e diversi, dall’altro può diventare il luogo privilegiato ove cercare la risposta o l’oblio ai tanti perché della vita e della storia. E allora i temi della guerra, della malattia, della morte, della sofferenza, del passare inesorabile del tempo affiorano in filigrana, con tocco leggero ma insistente, si servono di parole raffinate e ingenue, antiche eppur così nuove, non rifuggono da toni disincantati e ironici, sempre privi di enfasi e retorica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.