Il percorso, finalizzato alla diffusione delle pratiche di ADR ed in particolare delle procedure di mediazione in Europa, iniziato dalla Comunità Europea con la raccomandazione n.257 del 30 marzo 1998, proseguito con il libro Verde del 2002 ed , infine, con la Direttiva IP/08/628 del 21 maggio 2008, ha il duplice obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini europei, assicurando loro l’accesso alla giustizia, e di stimolarne la libera circolazione all’interno dei paesi membri sia per interessi privati che per incentivare i propri rapporti commerciali, promuovendo forme di risoluzione delle controversie che si caratterizzano per rapidità, semplicità delle forme, economicità, riservatezza ed efficacia esecutiva riconosciuta in tutti i paesi. L’Italia, nel recepire all’interno del nostro ordinamento la citata Direttiva Europea, con il d.lgs 28/2010 e con il D.M. 180/2010, oggi integrato dal D.M. 145/2011, ha disegnato un proprio modello di mediazione finalizzata alla conciliazione. Tale modello in parte recupera e consolida alcuni requisiti degli strumenti di conciliazione precedentemente già inseriti nel nostro ordinamento, ma, soprattutto, introduce diversi e sostanziali elementi di novità. Le caratteristiche più innovative riguardano gli organismi di mediazione, quali soggetti responsabili delle mediazioni e il mediatore, soggetto ausiliario di tali organismi a cui è richiesta una formazione specifica e la capacità di poter condurre sia procedure di tipo facilitavo che di tipo valutativo. Oltre a ciò, il legislatore, accogliendo l’indicazione della Comunità Europea, sceglie di perseguire l’obiettivo della diffusione delle procedure alternative di risoluzione delle controversie introducendo l’obbligatorietà dell’espletamento del tentativo di mediazione per poter ricorre in giudizio per un vasto numero di fattispecie (art. 5 d.lgs 28/2010). Questa scelta, in particolare, dettata dalla necessità di dare spazio a strumenti di giustizia alternativa che permettessero di alleggerire il carico di lavoro dei nostri tribunali, è stata ed è tuttora uno degli aspetti della recente normativa più dibattuto e criticato tanto dalla dottrina giuridica che dai professionisti che si occupano di mediazione. Più in generale, si può dire che a distanza di circa un anno dall’emanazione della normativa riguardante la mediazione il modello introdotto dal nostro legislatore è stato ampiamente criticato sia da coloro che avversano l’introduzione delle procedure di ADR nel nostro ordinamento, considerandole come una sorta di giustizia minore, sia da coloro che, pur credendo nell’utilità e nella necessità di tali procedure per la rapida ed efficace risoluzione di molti tipi di controversie, hanno individuato nel modello proposto dal nostro legislatore limiti e difetti che solo la diffusione della pratica e il tempo potranno aiutare a correggere pienamente. Il presente volume si propone di fornire un quadro generale degli aspetti tecnici e giuridici che caratterizzano l’istituto della mediazione volta alla conciliazione introdotto, partendo da una attenta analisi della normativa italiana di riferimento e delle principali problematiche emerse dal recente dibattito. Il volume è organizzato in otto capitoli. Il primo capitolo introduttivo presenta al lettore gli elementi essenziali del nuovo modello di mediazione così come previsto dal d.lgs 28/2010 e dal D.M. 180/2010. Il secondo capitolo, analizzando le diverse modalità di interazione dei soggetti nella mediazione rispetto al processo ordinario, discute le potenzialità della procedura come strumento per ridisegnare i rapporti conflittuali. Il terzo capitolo inquadra la mediazione nel più vasto panorama delle procedure alternative di risoluzione delle controversie. Il quarto capitolo si occupa di analizzare il profilo giuridico del mediatore e il suo ruolo tecnico nelle diverse fasi della procedura. Il quinto capitolo è dedicato agli aspetti giuridici che riguardano gli organismi di mediazione e alla discussione della loro funzione. Il sesto capitolo, invece, presenta un quadro dei principali aspetti critici emersi in seguito all’introduzione della mediazione obbligatoria, con particolare riferimento alle questioni di legittimità costituzionale; mentre il settimo capitolo affronta il tema della mediazione on line, concentrandosi soprattutto sugli aspetti operativi che riguardano questo tipo di procedure. Infine, il capitolo ottavo propone una breve analisi delle principali critiche mosse al modello di mediazione durante questo primo anno dall’emanazione del d.lgs 28/2010 e del D.M:180/2010. Il presente lavoro ha visto la collaborazione di autori che per la loro formazione e per la loro diversa specializzazione professionale, guardano al fenomeno della mediazione secondo prospettive e punti di vista diversi. Questo aspetto conferisce al volume, che pur si concentra sulla discussione degli aspetti tecnico-giuridici del modello italiano di mediazione, un carattere pratico e multidisciplinare.
La nuova mediazione civile
BIANCONE, Paolo
2011-01-01
Abstract
Il percorso, finalizzato alla diffusione delle pratiche di ADR ed in particolare delle procedure di mediazione in Europa, iniziato dalla Comunità Europea con la raccomandazione n.257 del 30 marzo 1998, proseguito con il libro Verde del 2002 ed , infine, con la Direttiva IP/08/628 del 21 maggio 2008, ha il duplice obiettivo di garantire la sicurezza dei cittadini europei, assicurando loro l’accesso alla giustizia, e di stimolarne la libera circolazione all’interno dei paesi membri sia per interessi privati che per incentivare i propri rapporti commerciali, promuovendo forme di risoluzione delle controversie che si caratterizzano per rapidità, semplicità delle forme, economicità, riservatezza ed efficacia esecutiva riconosciuta in tutti i paesi. L’Italia, nel recepire all’interno del nostro ordinamento la citata Direttiva Europea, con il d.lgs 28/2010 e con il D.M. 180/2010, oggi integrato dal D.M. 145/2011, ha disegnato un proprio modello di mediazione finalizzata alla conciliazione. Tale modello in parte recupera e consolida alcuni requisiti degli strumenti di conciliazione precedentemente già inseriti nel nostro ordinamento, ma, soprattutto, introduce diversi e sostanziali elementi di novità. Le caratteristiche più innovative riguardano gli organismi di mediazione, quali soggetti responsabili delle mediazioni e il mediatore, soggetto ausiliario di tali organismi a cui è richiesta una formazione specifica e la capacità di poter condurre sia procedure di tipo facilitavo che di tipo valutativo. Oltre a ciò, il legislatore, accogliendo l’indicazione della Comunità Europea, sceglie di perseguire l’obiettivo della diffusione delle procedure alternative di risoluzione delle controversie introducendo l’obbligatorietà dell’espletamento del tentativo di mediazione per poter ricorre in giudizio per un vasto numero di fattispecie (art. 5 d.lgs 28/2010). Questa scelta, in particolare, dettata dalla necessità di dare spazio a strumenti di giustizia alternativa che permettessero di alleggerire il carico di lavoro dei nostri tribunali, è stata ed è tuttora uno degli aspetti della recente normativa più dibattuto e criticato tanto dalla dottrina giuridica che dai professionisti che si occupano di mediazione. Più in generale, si può dire che a distanza di circa un anno dall’emanazione della normativa riguardante la mediazione il modello introdotto dal nostro legislatore è stato ampiamente criticato sia da coloro che avversano l’introduzione delle procedure di ADR nel nostro ordinamento, considerandole come una sorta di giustizia minore, sia da coloro che, pur credendo nell’utilità e nella necessità di tali procedure per la rapida ed efficace risoluzione di molti tipi di controversie, hanno individuato nel modello proposto dal nostro legislatore limiti e difetti che solo la diffusione della pratica e il tempo potranno aiutare a correggere pienamente. Il presente volume si propone di fornire un quadro generale degli aspetti tecnici e giuridici che caratterizzano l’istituto della mediazione volta alla conciliazione introdotto, partendo da una attenta analisi della normativa italiana di riferimento e delle principali problematiche emerse dal recente dibattito. Il volume è organizzato in otto capitoli. Il primo capitolo introduttivo presenta al lettore gli elementi essenziali del nuovo modello di mediazione così come previsto dal d.lgs 28/2010 e dal D.M. 180/2010. Il secondo capitolo, analizzando le diverse modalità di interazione dei soggetti nella mediazione rispetto al processo ordinario, discute le potenzialità della procedura come strumento per ridisegnare i rapporti conflittuali. Il terzo capitolo inquadra la mediazione nel più vasto panorama delle procedure alternative di risoluzione delle controversie. Il quarto capitolo si occupa di analizzare il profilo giuridico del mediatore e il suo ruolo tecnico nelle diverse fasi della procedura. Il quinto capitolo è dedicato agli aspetti giuridici che riguardano gli organismi di mediazione e alla discussione della loro funzione. Il sesto capitolo, invece, presenta un quadro dei principali aspetti critici emersi in seguito all’introduzione della mediazione obbligatoria, con particolare riferimento alle questioni di legittimità costituzionale; mentre il settimo capitolo affronta il tema della mediazione on line, concentrandosi soprattutto sugli aspetti operativi che riguardano questo tipo di procedure. Infine, il capitolo ottavo propone una breve analisi delle principali critiche mosse al modello di mediazione durante questo primo anno dall’emanazione del d.lgs 28/2010 e del D.M:180/2010. Il presente lavoro ha visto la collaborazione di autori che per la loro formazione e per la loro diversa specializzazione professionale, guardano al fenomeno della mediazione secondo prospettive e punti di vista diversi. Questo aspetto conferisce al volume, che pur si concentra sulla discussione degli aspetti tecnico-giuridici del modello italiano di mediazione, un carattere pratico e multidisciplinare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.