Vincenzo Gioberti non parve turbato più di tanto dalla notizia, che gli venne recata nell'esilio parigino, della condanna delle sue opere da parte di una Congregazione di cardinali del Santo Uffizio e dell'Indice, insieme radunati. Ormai le vicende della sua vita lo avevano immunizzato da emozioni di quel genere. Anzi, la condanna dell'intera sua produzione gli appariva come una sorta di punizione per il fatto di essersi proposto come capo di un movimento di cattolici che intendevano conciliare la missione spirituale della Chiesa con le sorti della nazionalità italiana. Una condanna come quella che toccò a Gioberti, per tutte le sue opere, ha in sé parecchio di singolare. Largamente auspicata in alcuni ambienti, venne promulgata in sordina, e delle sue motivazioni nulla si seppe. Parve quasi che fosse stata pronunciata come un atto dovuto, su cui non si doveva ritornare. Il pensatore condannato quasi assecondò questa decisione: la morte, sopravvenuta dieci mesi dopo la sentenza, facilitò ogni cosa. Del processo e delle sue fasi nessuno più si occupò. Questo volume vuole quindi rompere questa “congiura del silenzio”, approfittando dell'apertura degli archivi dell'Indice e del Santo Uffizio, voluta da papa Giovanni Paolo II, ed attuata dal suo successore, Benedetto XVI. Esso ha l'intenzione di essere uno strumento utile per capire il complesso delle opere giobertiane edite dal 1938 fino ad ora, per le cure di Castelli dapprima e di Olivetti poi. Si propone di documentare un episodio rilevante della storia del cattolicesimo italiano, e della “fortuna” della filosofia di Gioberti, contribuendo a rendere giustizia al buon nome di un pensatore che ha troppo sofferto delle contingenze e delle simpatie-antipatie di molti, e la cui opera è sovente stata sottovalutata nei suoi aspetti di analisi della dimensione essenzialmente religiosa del pensiero e dell'esperienza umana.

Il Voto di Antonio Maria Fania da Rignano (13 aprile 1851)

CUOZZO, Gianluca
2011-01-01

Abstract

Vincenzo Gioberti non parve turbato più di tanto dalla notizia, che gli venne recata nell'esilio parigino, della condanna delle sue opere da parte di una Congregazione di cardinali del Santo Uffizio e dell'Indice, insieme radunati. Ormai le vicende della sua vita lo avevano immunizzato da emozioni di quel genere. Anzi, la condanna dell'intera sua produzione gli appariva come una sorta di punizione per il fatto di essersi proposto come capo di un movimento di cattolici che intendevano conciliare la missione spirituale della Chiesa con le sorti della nazionalità italiana. Una condanna come quella che toccò a Gioberti, per tutte le sue opere, ha in sé parecchio di singolare. Largamente auspicata in alcuni ambienti, venne promulgata in sordina, e delle sue motivazioni nulla si seppe. Parve quasi che fosse stata pronunciata come un atto dovuto, su cui non si doveva ritornare. Il pensatore condannato quasi assecondò questa decisione: la morte, sopravvenuta dieci mesi dopo la sentenza, facilitò ogni cosa. Del processo e delle sue fasi nessuno più si occupò. Questo volume vuole quindi rompere questa “congiura del silenzio”, approfittando dell'apertura degli archivi dell'Indice e del Santo Uffizio, voluta da papa Giovanni Paolo II, ed attuata dal suo successore, Benedetto XVI. Esso ha l'intenzione di essere uno strumento utile per capire il complesso delle opere giobertiane edite dal 1938 fino ad ora, per le cure di Castelli dapprima e di Olivetti poi. Si propone di documentare un episodio rilevante della storia del cattolicesimo italiano, e della “fortuna” della filosofia di Gioberti, contribuendo a rendere giustizia al buon nome di un pensatore che ha troppo sofferto delle contingenze e delle simpatie-antipatie di molti, e la cui opera è sovente stata sottovalutata nei suoi aspetti di analisi della dimensione essenzialmente religiosa del pensiero e dell'esperienza umana.
2011
Giudizi o parere del P. Antonio Da Rignano consultore sopra tutte le opere di Vincenzo Gioberti
Fabrizio Serra
1
126
230
9788862274104
http://www.libraweb.net/result1.php?dettagliononpdf=1&chiave=2614&valore=sku&name=Gioberti.jpg&h=427&w=300
Gioberti; condanna; religione; panteismo; ontoteismo
Gianluca Cuozzo
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