Studi comparativi hanno enfatizzato il ruolo centrale che il lavoro svolge nello strutturare i corsi di vita dei giovani (Blossfeld 1995; Mayer, 1997; Galland, 2001; Schizzerotto, 2002) e in particolare hanno messo in evidenza il fatto che i giovani adulti che lavorano con forme contrattuali instabili tendono a posticipare importanti decisioni della loro vita familiare, sebbene la lunghezza della posticipazione dipende dal contesto istituzionale (Blossfeld e al, 2005, Reyneri, 2005, 2009). Partendo da queste considerazioni, la finalità del saggio è quella di evidenziare le connessioni tra la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine nel contesto italiano. Gli studi comparativi suggeriscono che se i giovani-adulti di altri Paesi europei sono in grado di anticipare alcune transizioni alla vita adulta ciò è anche dovuto al sistema delle protezione sociali e alle politiche attive del lavoro disponibili per coloro che intraprendono percorsi di lavoro atipico. Il sistema di Welfare (Mayer, 1997, Heinz, 2001) cambia radicalmente la prospettiva entro la quale gli individui prendono le decisioni e rende conciliabili le diverse transizioni. I risultati della ricerca permetteranno di riflettere sulla riforma del sistema degli ammortizzatori socilai e delle politiche attive del lavoro. Utilizzeremo una metodologia quantitativa, per evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece ci permetteranno di “spiegare” evidenziando i meccanismi sociali presenti. Nella prima parte del paper esploreremo i dati delle Forze di Lavoro Italiane (Istat, 2008) evidenziando se esiste una correlazione tra la forma contrattuale con la quale i giovani lavorano e la condizione abitativa/familiare. La questione sarà esplorata evidenziando le differenze in termini di età, livello di istruzione e di genere. Nella seconda attraverso due analisi qualitative cercheremo di individuare i meccanismi alla base delle decisioni dei giovani e giovani-adulti. Esse ci permetteranno di integrare cio’ che i dati non ci dicono e cioè quali sono le loro aspettative e le strategie messe in campo dai diversi gruppi sociali, di fronte a fenomeni simili come la flessibilizzazione del mercato del lavoro. Nella terza parte discuteremo delle indicaioni che i risultati della ricerca possano dare per ridisegnare le nuove politiche del lavoro e sociali. Infatti, considerando congiuntamente i risultati di queste indagini mostrano che gli effetti della proliferazione di forme di lavoro instabili nel contesto italiano dipendono dal livello di istruzione e dal genere e posso aumentare le disuguaglianze sociali. Questa eterogeneità deve essere tenuta in considerazione nell’affrontare le riforme delle politiche del lavoro e del sistema degli ammortizzatori sociali.
Flessibilizzazione del mercato del lavoro e scelte familiari dei giovani in Italia
BERTOLINI, Sonia
2011-01-01
Abstract
Studi comparativi hanno enfatizzato il ruolo centrale che il lavoro svolge nello strutturare i corsi di vita dei giovani (Blossfeld 1995; Mayer, 1997; Galland, 2001; Schizzerotto, 2002) e in particolare hanno messo in evidenza il fatto che i giovani adulti che lavorano con forme contrattuali instabili tendono a posticipare importanti decisioni della loro vita familiare, sebbene la lunghezza della posticipazione dipende dal contesto istituzionale (Blossfeld e al, 2005, Reyneri, 2005, 2009). Partendo da queste considerazioni, la finalità del saggio è quella di evidenziare le connessioni tra la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine nel contesto italiano. Gli studi comparativi suggeriscono che se i giovani-adulti di altri Paesi europei sono in grado di anticipare alcune transizioni alla vita adulta ciò è anche dovuto al sistema delle protezione sociali e alle politiche attive del lavoro disponibili per coloro che intraprendono percorsi di lavoro atipico. Il sistema di Welfare (Mayer, 1997, Heinz, 2001) cambia radicalmente la prospettiva entro la quale gli individui prendono le decisioni e rende conciliabili le diverse transizioni. I risultati della ricerca permetteranno di riflettere sulla riforma del sistema degli ammortizzatori socilai e delle politiche attive del lavoro. Utilizzeremo una metodologia quantitativa, per evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece ci permetteranno di “spiegare” evidenziando i meccanismi sociali presenti. Nella prima parte del paper esploreremo i dati delle Forze di Lavoro Italiane (Istat, 2008) evidenziando se esiste una correlazione tra la forma contrattuale con la quale i giovani lavorano e la condizione abitativa/familiare. La questione sarà esplorata evidenziando le differenze in termini di età, livello di istruzione e di genere. Nella seconda attraverso due analisi qualitative cercheremo di individuare i meccanismi alla base delle decisioni dei giovani e giovani-adulti. Esse ci permetteranno di integrare cio’ che i dati non ci dicono e cioè quali sono le loro aspettative e le strategie messe in campo dai diversi gruppi sociali, di fronte a fenomeni simili come la flessibilizzazione del mercato del lavoro. Nella terza parte discuteremo delle indicaioni che i risultati della ricerca possano dare per ridisegnare le nuove politiche del lavoro e sociali. Infatti, considerando congiuntamente i risultati di queste indagini mostrano che gli effetti della proliferazione di forme di lavoro instabili nel contesto italiano dipendono dal livello di istruzione e dal genere e posso aumentare le disuguaglianze sociali. Questa eterogeneità deve essere tenuta in considerazione nell’affrontare le riforme delle politiche del lavoro e del sistema degli ammortizzatori sociali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.