Con il titolo di Somnium Scipionis numerosi manoscritti medievali ci hanno tramandato la parte finale del trattato De re publica, divenuta autonoma dal resto per la specificità e l’interesse del suo contenuto, cioè il racconto, fatto da Scipione Emiliano, di un sogno avuto in gioventù, nel quale gli erano apparsi l’avo adottivo Scipione Africano ed il padre naturale Emilio Paolo. Questi gli avevano mostrato la vita dei Beati nell’Aldilà e lo avevano esortato a continuare a dedicarsi al bene supremo della Patria, così da meritarsi, come premio dopo la morte, l’accesso a quel luogo celeste di beatitudine. Cicerone non aveva però concepito questa sezione come a sé stante, ma come conclusione integrata nel dialogo, in cui fungeva da chiusa del libro VI. Per essere compreso a fondo, il Somnium va quindi inquadrato preliminarmente nel contesto del De re publica e nell’epoca in cui fu scritto. Il testo del Somnium qui presentato è stato criticamente rivisto e costituito ecletticamente sulla base delle principali edizioni ; anche la punteggiatura è stata modificata. La divisione in 21 paragrafi (da 9 a 29 del libro VI del De re publica) è quella tradizionale, mentre il raggruppamento in quattro sezioni (parr. 9-12; 13-19; 20-25; 26-29) risponde a ragioni puramente didattiche. La traduzione qui presentata è quella di L. Ferrero e N. Zorzetti (Cicerone, Lo Stato, Le Leggi, I Doveri, Torino 1986), tuttavia tacitamente corretta e rivista in numerosi punti, per adattarla, anche nella punteggiatura, alle mutate esigenze dei tempi. Si è cercato, nei limiti del possibile, di non cancellare del tutto quella pàtina arcaica che cercava di rendere nell’italiano le peculiarità della prosa del Somnium. La traduzione è stata anche adeguata alle scelte testuali assunte in questa edizione.
Cicerone, Somnium Scipionis / Il sogno di Scipione, a cura di Ermanno Malaspina
MALASPINA, Ermanno
2012-01-01
Abstract
Con il titolo di Somnium Scipionis numerosi manoscritti medievali ci hanno tramandato la parte finale del trattato De re publica, divenuta autonoma dal resto per la specificità e l’interesse del suo contenuto, cioè il racconto, fatto da Scipione Emiliano, di un sogno avuto in gioventù, nel quale gli erano apparsi l’avo adottivo Scipione Africano ed il padre naturale Emilio Paolo. Questi gli avevano mostrato la vita dei Beati nell’Aldilà e lo avevano esortato a continuare a dedicarsi al bene supremo della Patria, così da meritarsi, come premio dopo la morte, l’accesso a quel luogo celeste di beatitudine. Cicerone non aveva però concepito questa sezione come a sé stante, ma come conclusione integrata nel dialogo, in cui fungeva da chiusa del libro VI. Per essere compreso a fondo, il Somnium va quindi inquadrato preliminarmente nel contesto del De re publica e nell’epoca in cui fu scritto. Il testo del Somnium qui presentato è stato criticamente rivisto e costituito ecletticamente sulla base delle principali edizioni ; anche la punteggiatura è stata modificata. La divisione in 21 paragrafi (da 9 a 29 del libro VI del De re publica) è quella tradizionale, mentre il raggruppamento in quattro sezioni (parr. 9-12; 13-19; 20-25; 26-29) risponde a ragioni puramente didattiche. La traduzione qui presentata è quella di L. Ferrero e N. Zorzetti (Cicerone, Lo Stato, Le Leggi, I Doveri, Torino 1986), tuttavia tacitamente corretta e rivista in numerosi punti, per adattarla, anche nella punteggiatura, alle mutate esigenze dei tempi. Si è cercato, nei limiti del possibile, di non cancellare del tutto quella pàtina arcaica che cercava di rendere nell’italiano le peculiarità della prosa del Somnium. La traduzione è stata anche adeguata alle scelte testuali assunte in questa edizione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.