La trattatistica militare greca antica e bizantina annovera, tra le qualità di uno strathgos, l’abilità locutoria: il fatto che un generale sia legein hikanos – dice ad esempio Onasandro (Strat. I 13) – costituisce per l’esercito to megiston hopheleias. L’intervento esamina le caratteristiche di questa eloquenza nei trattati di arte militare e di retorica; e, più in generale, definisce i modi in cui l’arte della persuasione assume fondamentale importanza tra gli arma belli. Dall’analisi dei testi emerge che – nella riflessione dei Bizantini – la retorica prettamente militare non coincide con quella classica: la retorica in usum strategorum esige una particolare competenza, un’hempeiria in campo strategico, che permetta di conoscere l’animo dei soldati, le occasioni in cui parlare, i modi (diversi: parole o sguardo o gesto) secondo cui persuadere. Il sistema di persuasione è sfaccettato e non coincide con la pura esibizione di deinotes: non è composto pertanto di soli atti locutivi, proprio perché risulta primariamente funzionale all’esigenza di indurre a fare qualcosa (nella fattispecie, agire con coraggio e lealtà, per raggiungere l’obiettivo della vittoria contro i nemici).

Logos e polemos: eloquenza e persuasione nei trattati bizantini di arte militare

TARAGNA, Anna Maria
2004-01-01

Abstract

La trattatistica militare greca antica e bizantina annovera, tra le qualità di uno strathgos, l’abilità locutoria: il fatto che un generale sia legein hikanos – dice ad esempio Onasandro (Strat. I 13) – costituisce per l’esercito to megiston hopheleias. L’intervento esamina le caratteristiche di questa eloquenza nei trattati di arte militare e di retorica; e, più in generale, definisce i modi in cui l’arte della persuasione assume fondamentale importanza tra gli arma belli. Dall’analisi dei testi emerge che – nella riflessione dei Bizantini – la retorica prettamente militare non coincide con quella classica: la retorica in usum strategorum esige una particolare competenza, un’hempeiria in campo strategico, che permetta di conoscere l’animo dei soldati, le occasioni in cui parlare, i modi (diversi: parole o sguardo o gesto) secondo cui persuadere. Il sistema di persuasione è sfaccettato e non coincide con la pura esibizione di deinotes: non è composto pertanto di soli atti locutivi, proprio perché risulta primariamente funzionale all’esigenza di indurre a fare qualcosa (nella fattispecie, agire con coraggio e lealtà, per raggiungere l’obiettivo della vittoria contro i nemici).
2004
57. Numero speciale. Atti del VI Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana di Studi Bizantini
797
810
Letteratura bizantina; Filologia bizantina; Lingua greca medievale; Trattati di arte militare; Retorica
A. TARAGNA
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