MIRRA L’INCESTUOSA Il mito di Mirra, innamorata del padre Ciniro, è raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi, ma non diventa mai testo teatrale, proprio per la scabrosità del tema. Alfieri ne fa una tragedia, ma a condizione di cambiare il plot. In Ovidio Mirra riesce, con un sotterfugio, ad andare aletto con il padre, il quale, credendo trattarsi di una sconosciuta, per diverse notti fa l’amore con lei, peraltro con sua grande soddisfazione. In Alfieri, invece, non solo l’incesto non è consumato, ma Mirra, per cinque atti, non confessa a nessuno, nemmeno a sé stessa, il proprio amore. Nell’istante in cui lo confessa, si uccide. La tragedia fu portata al trionfo a Parigi nel 1855, nel corso di una celebre tournée della grande attrice Adelaide Ristori. I critici più attenti sottolinearono che la Ristori recitava Alfieri, ma ispirandosi a Ovidio, lasciando cioè intravedere una passione carnale travolgente, pur dietro una linea di contenuto pudore. Nel 1988 una edizione memorabile di Luca Ronconi riprende il filo, per così dire, della creazione della Ristori, svelando genialmente quanto della perversa poesia dell’incesto di Ovidio sia segretamente penetrato nel testo di Alfieri. Ronconi rispetta fedelmente il testo di Alfieri, ma – lavorando con la gestica e la prossemica – mostra come Ciniro, nel momento in cui Mirra gli rivela il proprio amore, scopra che quella frenesia è contagiosa, che anche lui è affascinato dalla stessa pulsione trasgressiva. Il libro porta avanti una indagine interdisciplinare: dall’analisi letteraria del testo di Ovidio a di quello di Alfieri, alla ricostruzione del lavoro del grande attore ottocentesco (Ristori), alla messa a fuoco della pratica registica di un geniale metteur en scène, Luca Ronconi.

MIRRA L'INCESTUOSA. OVIDIO ALFIERI RISTORI RONCONI

ALONGE, Roberto Luciano
2005-01-01

Abstract

MIRRA L’INCESTUOSA Il mito di Mirra, innamorata del padre Ciniro, è raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi, ma non diventa mai testo teatrale, proprio per la scabrosità del tema. Alfieri ne fa una tragedia, ma a condizione di cambiare il plot. In Ovidio Mirra riesce, con un sotterfugio, ad andare aletto con il padre, il quale, credendo trattarsi di una sconosciuta, per diverse notti fa l’amore con lei, peraltro con sua grande soddisfazione. In Alfieri, invece, non solo l’incesto non è consumato, ma Mirra, per cinque atti, non confessa a nessuno, nemmeno a sé stessa, il proprio amore. Nell’istante in cui lo confessa, si uccide. La tragedia fu portata al trionfo a Parigi nel 1855, nel corso di una celebre tournée della grande attrice Adelaide Ristori. I critici più attenti sottolinearono che la Ristori recitava Alfieri, ma ispirandosi a Ovidio, lasciando cioè intravedere una passione carnale travolgente, pur dietro una linea di contenuto pudore. Nel 1988 una edizione memorabile di Luca Ronconi riprende il filo, per così dire, della creazione della Ristori, svelando genialmente quanto della perversa poesia dell’incesto di Ovidio sia segretamente penetrato nel testo di Alfieri. Ronconi rispetta fedelmente il testo di Alfieri, ma – lavorando con la gestica e la prossemica – mostra come Ciniro, nel momento in cui Mirra gli rivela il proprio amore, scopra che quella frenesia è contagiosa, che anche lui è affascinato dalla stessa pulsione trasgressiva. Il libro porta avanti una indagine interdisciplinare: dall’analisi letteraria del testo di Ovidio a di quello di Alfieri, alla ricostruzione del lavoro del grande attore ottocentesco (Ristori), alla messa a fuoco della pratica registica di un geniale metteur en scène, Luca Ronconi.
2005
CAROCCI
1
179
9788843032594
R. ALONGE
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