Il saggio si occupa dei rimedi che, nel sistema processuale vigente, possono rivelarsi idonei a revocare il giudicato penale, e a farne cessare l’esecuzione, in adempimento di una decisione definitiva della Corte europea dei diritti dell’Uomo che, ravvisata la violazione in danno del ricorrente di una garanzia ex art. 6 CEDU, prescriva la riapertura del processo “ingiusto” onde consentirne la celebrazione nel rispetto delle garanzie convenzionali. Nell’assenza di uno strumento ad hoc, e nella perdurante inerzia del legislatore ad apprestarlo, la giurisprudenza (anche costituzionale) e la dottrina da tempo si interrogano sull’utilizzabilità a tale fine di istituti interni nati per altro scopo: il lavoro offre una rassegna di questi ultimi - con particolare riguardo alla dichiarazione di ineseguibilità del giudicato ex art. 670 c.p.p., alla revisione, al ricorso straordinario per cassazione, alla dichiarazione di inesistenza giuridica della sentenza “ingiusta” – soffermandosi sugli ostacoli in cui una siffatta operazione interpretativa incorre in ragione della natura “eccezionale” degli istituti di riferimento. Nel concludere per l’improcrastinabilità di un intervento legislativo, ci si sofferma, da ultimo, su taluni squilibri sistematici a cui l’introduzione di un rimedio revocatorio del giudicato “interno” in esecuzione del giudicato “europeo” potrebbe dare luogo.

Giudicato penale ed esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo

LAVARINI, Barbara
2009-01-01

Abstract

Il saggio si occupa dei rimedi che, nel sistema processuale vigente, possono rivelarsi idonei a revocare il giudicato penale, e a farne cessare l’esecuzione, in adempimento di una decisione definitiva della Corte europea dei diritti dell’Uomo che, ravvisata la violazione in danno del ricorrente di una garanzia ex art. 6 CEDU, prescriva la riapertura del processo “ingiusto” onde consentirne la celebrazione nel rispetto delle garanzie convenzionali. Nell’assenza di uno strumento ad hoc, e nella perdurante inerzia del legislatore ad apprestarlo, la giurisprudenza (anche costituzionale) e la dottrina da tempo si interrogano sull’utilizzabilità a tale fine di istituti interni nati per altro scopo: il lavoro offre una rassegna di questi ultimi - con particolare riguardo alla dichiarazione di ineseguibilità del giudicato ex art. 670 c.p.p., alla revisione, al ricorso straordinario per cassazione, alla dichiarazione di inesistenza giuridica della sentenza “ingiusta” – soffermandosi sugli ostacoli in cui una siffatta operazione interpretativa incorre in ragione della natura “eccezionale” degli istituti di riferimento. Nel concludere per l’improcrastinabilità di un intervento legislativo, ci si sofferma, da ultimo, su taluni squilibri sistematici a cui l’introduzione di un rimedio revocatorio del giudicato “interno” in esecuzione del giudicato “europeo” potrebbe dare luogo.
2009
Convenzione europea sui diritti dell'uomo:processo penale e garanzie
Edizioni Scientifiche Italiane (ESI)
129
149
9788849519501
Processo penale; giudicato penale; esecuzione penale; revisione; Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Barbara Lavarini
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