Una famiglia, un tempo numerosa, con antenati illustri ma dal futuro incerto, minacciato dal pericolo dell'estinzione: nella seconda metà dell'Ottocento la generazione dei La Marmora protagonista delle battaglie e delle conquiste risorgimentali fa i conti con la propria storia, affronta il giudizio dei contemporanei e costruisce l'immagine di sé da tramandare ai posteri. È un'operazione che avviene in bilico tra gestione privata e condivisione pubblica di una memoria familiare arricchitasi nel tempo, custodita nella cronaca di eventi militari e politici e nelle carte e documenti dell'archivio domestico; un archivio formatosi nella metà del Settecento e successivamente ampliato e ordinato secondo gli obiettivi contingenti dei diversi personaggi del casato. La costruzione e trasmissione dell'identità familiare passa anche attraverso altri canali: la trasformazione della chiesa di San Sebastiano in mausoleo di famiglia, l'erezione di monumenti pubblici, i lasciti testamentari a favore della collettività attraverso consolidati meccanismi di patronaggio, secondo il disegno di diffondere valori e simboli aggreganti per “fare gli italiani”. In tal modo essa interagisce con un evidente progetto politico, strumentale al disegno di quanti, all'indomani dell'Unità, confidano nell'aspetto esemplare e pedagogico dell'epopea risorgimentale e di chi, come Quintino Sella, elabora su nuove basi il rapporto tra comunità locale e identità nazionale. L'epoca del Risorgimento, divenuta storia, intesserà ancora nei primi anni del Novecento la memoria della famiglia e, nella sua trasfigurazione in identità congeniale alla congerie culturale del momento, diverrà l'occasione per nuove operazioni ideologiche.
Famiglia, memoria, mito. I Ferrero della Marmora (1748-1918)
CAVICCHIOLI, Silvia
2004-01-01
Abstract
Una famiglia, un tempo numerosa, con antenati illustri ma dal futuro incerto, minacciato dal pericolo dell'estinzione: nella seconda metà dell'Ottocento la generazione dei La Marmora protagonista delle battaglie e delle conquiste risorgimentali fa i conti con la propria storia, affronta il giudizio dei contemporanei e costruisce l'immagine di sé da tramandare ai posteri. È un'operazione che avviene in bilico tra gestione privata e condivisione pubblica di una memoria familiare arricchitasi nel tempo, custodita nella cronaca di eventi militari e politici e nelle carte e documenti dell'archivio domestico; un archivio formatosi nella metà del Settecento e successivamente ampliato e ordinato secondo gli obiettivi contingenti dei diversi personaggi del casato. La costruzione e trasmissione dell'identità familiare passa anche attraverso altri canali: la trasformazione della chiesa di San Sebastiano in mausoleo di famiglia, l'erezione di monumenti pubblici, i lasciti testamentari a favore della collettività attraverso consolidati meccanismi di patronaggio, secondo il disegno di diffondere valori e simboli aggreganti per “fare gli italiani”. In tal modo essa interagisce con un evidente progetto politico, strumentale al disegno di quanti, all'indomani dell'Unità, confidano nell'aspetto esemplare e pedagogico dell'epopea risorgimentale e di chi, come Quintino Sella, elabora su nuove basi il rapporto tra comunità locale e identità nazionale. L'epoca del Risorgimento, divenuta storia, intesserà ancora nei primi anni del Novecento la memoria della famiglia e, nella sua trasfigurazione in identità congeniale alla congerie culturale del momento, diverrà l'occasione per nuove operazioni ideologiche.File | Dimensione | Formato | |
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