La psichiatria transculturale, sotto diverse ottiche, dalla sociologia all'etnopsichiatria clinica, cerca di comparare le diverse patologie mentali all'interno di società e culture differenti, studiando le differenze significative nell'incidenza dei disturbi mentali in culture diverse, rilevandone i disturbi tipici e la differente presentazione clinica. I recenti flussi immigratori pongono il problema dell'accoglienza e della gestione dei problemi psichiatrici di tali etnie, con la difficoltà di effettuare una corretta diagnosi e un trattamento adeguato. La conduzione di psicoterapie presenta notevoli difficoltà legate in parte al tipo di utenza, spesso appartenente a fasce sociali marginali e in parte ai modelli teorico-clinici delle psicoterapie analitiche più focalizzate sul dato soggettivo che sui problemi sociali e umani, oltre che alle oggettive difficoltà di comunicazione. In particolare, la psicoterapia transculturale potrebbe, quindi, essere utilizzata sia come filtro integratore, favorente il processo di acculturazione delle minoranze con disagio psicosociale non patologico, sia come intervento terapeutico con finalità riabilitative preceduto dal counseling, nei casi in cui si riscontri una patologia. Anche la farmacoterapia pone di fronte al problema della scelta dei farmaci per la variabilità genetica razziale con la presenza di metabolizzatori lenti e veloci a causa di isoforme del citocromo p450 e differenze nelle proteine plasmatiche di legame, e la conseguente presenza di effetti collaterali inaspettati o più marcati e di risposte variate. Questo ramo della psichiatria si dimostra particolarmente fertile dal punto di vista sia culturale sia clinico.

Lineamenti di psichiatria transculturale

MUNNO, Donato;
2005-01-01

Abstract

La psichiatria transculturale, sotto diverse ottiche, dalla sociologia all'etnopsichiatria clinica, cerca di comparare le diverse patologie mentali all'interno di società e culture differenti, studiando le differenze significative nell'incidenza dei disturbi mentali in culture diverse, rilevandone i disturbi tipici e la differente presentazione clinica. I recenti flussi immigratori pongono il problema dell'accoglienza e della gestione dei problemi psichiatrici di tali etnie, con la difficoltà di effettuare una corretta diagnosi e un trattamento adeguato. La conduzione di psicoterapie presenta notevoli difficoltà legate in parte al tipo di utenza, spesso appartenente a fasce sociali marginali e in parte ai modelli teorico-clinici delle psicoterapie analitiche più focalizzate sul dato soggettivo che sui problemi sociali e umani, oltre che alle oggettive difficoltà di comunicazione. In particolare, la psicoterapia transculturale potrebbe, quindi, essere utilizzata sia come filtro integratore, favorente il processo di acculturazione delle minoranze con disagio psicosociale non patologico, sia come intervento terapeutico con finalità riabilitative preceduto dal counseling, nei casi in cui si riscontri una patologia. Anche la farmacoterapia pone di fronte al problema della scelta dei farmaci per la variabilità genetica razziale con la presenza di metabolizzatori lenti e veloci a causa di isoforme del citocromo p450 e differenze nelle proteine plasmatiche di legame, e la conseguente presenza di effetti collaterali inaspettati o più marcati e di risposte variate. Questo ramo della psichiatria si dimostra particolarmente fertile dal punto di vista sia culturale sia clinico.
2005
46(3)
221
228
donato.munno@unito.it
MUNNO D.; STERPONE S.; MALFATTO A.; ZULLO G.
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