L’articolo segue il tema della regalità nelle sue molteplici raffigurazioni all’interno della poesia di Celan, a partire dal significato attribuito alle parole della battuta finale di Lucile: «Viva il re », nel Dantons Tod di Büchner, interpretate nel Meridiano come forza attiva, contrastante, liberatoria, rivolta a celebrare, nel paradossale rovesciamento dell’autorità cui si rivolgono, non la monarchia e il passato, ma l’“assurdo”, in quanto testimone della “presenza dell’umano”. Sono poi analizzate alcune liriche di Celan in cui, attraverso i diversi riferimenti alla regalità nell’opera di Celan (dai molteplici significati del termine “corona”, alla presenza-assenza del re all’interno della “mandorla”, alla parola d’ordine, lo schibbolleth richiesto a Re Lear, alla radicalità del confine rappresentato dalla “cesura regale”), emerge un’interpretazione dell’assurdo che, sebbene con evidenti riferimenti alla discussione filosofica esistenzialista, si riconosce tuttavia per la sua qualità eminentemente fondativa, in grado di restituire significato autentico all’esistenza.
La maestà dell'assurdo. Il personaggio del re nella poesia di Paul Celan
SANDRIN, Chiara
2007-01-01
Abstract
L’articolo segue il tema della regalità nelle sue molteplici raffigurazioni all’interno della poesia di Celan, a partire dal significato attribuito alle parole della battuta finale di Lucile: «Viva il re », nel Dantons Tod di Büchner, interpretate nel Meridiano come forza attiva, contrastante, liberatoria, rivolta a celebrare, nel paradossale rovesciamento dell’autorità cui si rivolgono, non la monarchia e il passato, ma l’“assurdo”, in quanto testimone della “presenza dell’umano”. Sono poi analizzate alcune liriche di Celan in cui, attraverso i diversi riferimenti alla regalità nell’opera di Celan (dai molteplici significati del termine “corona”, alla presenza-assenza del re all’interno della “mandorla”, alla parola d’ordine, lo schibbolleth richiesto a Re Lear, alla radicalità del confine rappresentato dalla “cesura regale”), emerge un’interpretazione dell’assurdo che, sebbene con evidenti riferimenti alla discussione filosofica esistenzialista, si riconosce tuttavia per la sua qualità eminentemente fondativa, in grado di restituire significato autentico all’esistenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.