La nozione di « archetipo », centrale nel metodo storico-religioso di Eliade, appare per la prima volta nel 1937 ed è usata sistematicamente a partire dal 1942, senza essere però mai chiaramente definita. Scopo di questo lavoro è discutere l’origine del concetto e definirne i significati nell’opera dello studioso romeno, prendendo le mosse dalle prime occorrenze del vocabolo negli scritti d’anteguerra e tenendo conto degli usi del termine da parte di altri autori contemporanei, come C.G. Jung, K. Kerényi, A.K. Coomaraswamy ed E. D’Ors. È possibile individuare tre significati di “archetipo” in Eliade: il primo è il significato descrittivo (l’archetipo come espressione di una “ontologia arcaica” che presenta una “struttura platonica”); il secondo è quello “esistenziale” (l’archetipo legato a situazioni-limite che l’uomo scopre nel momento in cui prende coscienza del suo posto nell’universo); il terzo è il significato “morfologico” (l’archetipo come elemento strutturale e strutturante dei fenomeni religiosi). Per comprendere questo terzo concetto di archetipo, che si trova alla base dell’ermeneutica eliadiana, è necessario porre il problema delle relazioni fra Eliade, la morfologia di J.W. Goethe e la fenomenologia filosofica di E. Husserl.

The notion of archetype in Eliade’s writings

SPINETO, Natale
2008-01-01

Abstract

La nozione di « archetipo », centrale nel metodo storico-religioso di Eliade, appare per la prima volta nel 1937 ed è usata sistematicamente a partire dal 1942, senza essere però mai chiaramente definita. Scopo di questo lavoro è discutere l’origine del concetto e definirne i significati nell’opera dello studioso romeno, prendendo le mosse dalle prime occorrenze del vocabolo negli scritti d’anteguerra e tenendo conto degli usi del termine da parte di altri autori contemporanei, come C.G. Jung, K. Kerényi, A.K. Coomaraswamy ed E. D’Ors. È possibile individuare tre significati di “archetipo” in Eliade: il primo è il significato descrittivo (l’archetipo come espressione di una “ontologia arcaica” che presenta una “struttura platonica”); il secondo è quello “esistenziale” (l’archetipo legato a situazioni-limite che l’uomo scopre nel momento in cui prende coscienza del suo posto nell’universo); il terzo è il significato “morfologico” (l’archetipo come elemento strutturale e strutturante dei fenomeni religiosi). Per comprendere questo terzo concetto di archetipo, che si trova alla base dell’ermeneutica eliadiana, è necessario porre il problema delle relazioni fra Eliade, la morfologia di J.W. Goethe e la fenomenologia filosofica di E. Husserl.
2008
38
366
374
Mircea Eliade; Jung; Kerényi; Coomaraswamy; Archetipo; D'Ors; Simbolo; Fenomenologia; Morfologia; Comparazione
Natale Spineto
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
eliade religion.pdf

Accesso riservato

Tipo di file: POSTPRINT (VERSIONE FINALE DELL’AUTORE)
Dimensione 288.18 kB
Formato Adobe PDF
288.18 kB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/104914
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus 7
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? 10
social impact