Nel 1972 E.H. Kass ha scritto: “Pyelonephritis like virtue is easier to talk about than to define"; ed e cosi: la pielonefrite (PNF) è spesso asintomatica, soprattutto in epoca neonatale, o si manifesta con sintomatologia polimorfa, quale scarso accrescimento, vomito, diarrea, febbre. Talora, inoltre, esami indispensabili quali quello delle urine, urinocoltura, emocromo e indici di flogosi non sono di aiuto nella diagnosi. Si tratta di una patologia molto importante che, se non curata, residua cicatrici renali (i cosiddetti "scars") nel 40% dei casi. Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono molto frequenti, con prevalenza del 13,6% tra i bambini febbrili di età inferiore alle 8 settimane e incidenza dell0 0,1-5,5%. DISCUSSIONE Nel periodo neonatale il reflusso vescico-ureterale e la pielonefrite sono più frequenti nel sesso maschile (come osservato da Stull T.L. e coll.). A differenza di quanto emerso dallo studio di Scott e collaboratori, non e possibile dimostrare familiarità per RVU o per PNF perché, se il 22,3% dei bambini aveva almeno un familiare affetto, le patologie in causa erano molto varie e diverse da quelle dei piccoli pazienti. ll RVU e la patologia che abbiamo osservato più frequentemente e, come affeirmato da Nuutinen e Uhari, può essere considerato un fattore favorente le infezioni urinarie. I sintomi associati a PNF sono stati molto scarsi (febbre, scarso accrescimento, vomito e/o diairrea) o addirittura assenti, a dimostrare come nel periodo neonatale la PNF sia spesso asintomatica o con sintomatologia polimorfa. Le dilatazioni delle vie urinarie diagnosticate all’ecografia pre e postnatale sono indicative di reflusso; nel 65% dei bambini RVU le ecografie sono state infatti positive. Purtroppo non e possibile fornire un’adeguata interpretazione dei dati relativi alla fase acuta dell’infezione, in quanto non e stato possibile confrontare i referti ecografici con quelli scintigrafici (la scintigrafia e stata eseguita in acuto soltanto in 2 casi). A 4-6 mesi dall’infezione acuta, la scintigrafia con 99mTc-DMSA ha presentato capacita diagnostica superiore all’ecografia perché ha evidenziato alterazioni non segnalate dall’ecografia.
La pielonefrite nel periodo neonatale: uno studio prospettico.
ZAMBELLI, maria cristina;COSTAMAGNA, MARTINA;SILVESTRO, Leandra
2002-01-01
Abstract
Nel 1972 E.H. Kass ha scritto: “Pyelonephritis like virtue is easier to talk about than to define"; ed e cosi: la pielonefrite (PNF) è spesso asintomatica, soprattutto in epoca neonatale, o si manifesta con sintomatologia polimorfa, quale scarso accrescimento, vomito, diarrea, febbre. Talora, inoltre, esami indispensabili quali quello delle urine, urinocoltura, emocromo e indici di flogosi non sono di aiuto nella diagnosi. Si tratta di una patologia molto importante che, se non curata, residua cicatrici renali (i cosiddetti "scars") nel 40% dei casi. Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono molto frequenti, con prevalenza del 13,6% tra i bambini febbrili di età inferiore alle 8 settimane e incidenza dell0 0,1-5,5%. DISCUSSIONE Nel periodo neonatale il reflusso vescico-ureterale e la pielonefrite sono più frequenti nel sesso maschile (come osservato da Stull T.L. e coll.). A differenza di quanto emerso dallo studio di Scott e collaboratori, non e possibile dimostrare familiarità per RVU o per PNF perché, se il 22,3% dei bambini aveva almeno un familiare affetto, le patologie in causa erano molto varie e diverse da quelle dei piccoli pazienti. ll RVU e la patologia che abbiamo osservato più frequentemente e, come affeirmato da Nuutinen e Uhari, può essere considerato un fattore favorente le infezioni urinarie. I sintomi associati a PNF sono stati molto scarsi (febbre, scarso accrescimento, vomito e/o diairrea) o addirittura assenti, a dimostrare come nel periodo neonatale la PNF sia spesso asintomatica o con sintomatologia polimorfa. Le dilatazioni delle vie urinarie diagnosticate all’ecografia pre e postnatale sono indicative di reflusso; nel 65% dei bambini RVU le ecografie sono state infatti positive. Purtroppo non e possibile fornire un’adeguata interpretazione dei dati relativi alla fase acuta dell’infezione, in quanto non e stato possibile confrontare i referti ecografici con quelli scintigrafici (la scintigrafia e stata eseguita in acuto soltanto in 2 casi). A 4-6 mesi dall’infezione acuta, la scintigrafia con 99mTc-DMSA ha presentato capacita diagnostica superiore all’ecografia perché ha evidenziato alterazioni non segnalate dall’ecografia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.