Non si esagera dicendo che, pur essendo il PIL agricolo in costante diminuzione relativa rispetto al prodotto interno lordo italiano (nel 2010 l’agricoltura pesava per appena il 3,15% di tutte le attività), quello delle sole produzioni di frutta, senza considerare il valore aggiunto dell’intera filiera, sfiora il 30% dell’intero PIL agricolo (12,7 Miliardi di €, contro 48,8 Md nel 2010) e quindi riveste un peso di rilievo, anche per gli indici del costo della vita e dell’inflazione. Andrebbe poi tenuto presente l’incalcolabile valore immateriale e materiale che il patrimonio arboreo, sia genetico per la biodiversità, sia per le aree forestali e naturalistiche, le coltivazioni da legno o il verde urbano, acquisisce nel contesto della protezione ambientale e della valorizzazione ecologico-naturalistica del territorio. Dunque, non si esagera se il valore delle produzioni arboree viene considerato uno dei pilastri fondamentali dell’economia italiana e certo fra i più importanti del settore primario per il comparto agro-alimentare, per l’innovazione tecnologica di processo e di prodotto, l’utilizzo del know-how e quindi l’apporto impiantistico e ingegneristico. Dal settore arboreo, dunque, dipendono le prospettive di sviluppo economico e di mercato, il miglioramento degli stili di vita e il conseguente benessere delle popolazioni. In un prossimo futuro, quindi, potremo solo aspettarci la tenuta e il rilancio del settore ortofrutticolo, perché, a breve, la quota dell’offerta mondiale di derrate agricole, compresa frutta, ortaggi e prodotti trasformati dell’agroalimentare, non riusciranno a tenere il passo con l’aumento della domanda di mercato, dovuta all’aumento demografico e di benessere della popolazione. In definitiva, con i programmi di insegnamento universitari e di formazione professionale, dobbiamo cercare di trasmettere ai giovani non solo le conoscenze scientifiche e tecnologiche più aggiornate per sapere produrre, ma anche la consapevolezza di questa nostra grande potenzialità di mercato. Taluni comparti agroalimentari sono così blasonati e affermati nel mondo, da rappresentare una faccia importante del “made in Italy”, anche se alcuni, purtroppo, sono in forte difficoltà competitive nello scenario nazionale ed internazionale.
Arboricoltura multifunzionale
BOUNOUS, Giancarlo
2012-01-01
Abstract
Non si esagera dicendo che, pur essendo il PIL agricolo in costante diminuzione relativa rispetto al prodotto interno lordo italiano (nel 2010 l’agricoltura pesava per appena il 3,15% di tutte le attività), quello delle sole produzioni di frutta, senza considerare il valore aggiunto dell’intera filiera, sfiora il 30% dell’intero PIL agricolo (12,7 Miliardi di €, contro 48,8 Md nel 2010) e quindi riveste un peso di rilievo, anche per gli indici del costo della vita e dell’inflazione. Andrebbe poi tenuto presente l’incalcolabile valore immateriale e materiale che il patrimonio arboreo, sia genetico per la biodiversità, sia per le aree forestali e naturalistiche, le coltivazioni da legno o il verde urbano, acquisisce nel contesto della protezione ambientale e della valorizzazione ecologico-naturalistica del territorio. Dunque, non si esagera se il valore delle produzioni arboree viene considerato uno dei pilastri fondamentali dell’economia italiana e certo fra i più importanti del settore primario per il comparto agro-alimentare, per l’innovazione tecnologica di processo e di prodotto, l’utilizzo del know-how e quindi l’apporto impiantistico e ingegneristico. Dal settore arboreo, dunque, dipendono le prospettive di sviluppo economico e di mercato, il miglioramento degli stili di vita e il conseguente benessere delle popolazioni. In un prossimo futuro, quindi, potremo solo aspettarci la tenuta e il rilancio del settore ortofrutticolo, perché, a breve, la quota dell’offerta mondiale di derrate agricole, compresa frutta, ortaggi e prodotti trasformati dell’agroalimentare, non riusciranno a tenere il passo con l’aumento della domanda di mercato, dovuta all’aumento demografico e di benessere della popolazione. In definitiva, con i programmi di insegnamento universitari e di formazione professionale, dobbiamo cercare di trasmettere ai giovani non solo le conoscenze scientifiche e tecnologiche più aggiornate per sapere produrre, ma anche la consapevolezza di questa nostra grande potenzialità di mercato. Taluni comparti agroalimentari sono così blasonati e affermati nel mondo, da rappresentare una faccia importante del “made in Italy”, anche se alcuni, purtroppo, sono in forte difficoltà competitive nello scenario nazionale ed internazionale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.