Non è solo teologicamente che si pone la trascendenza, o nel foro interiore degli individui, ma anche, e forse soprattutto, nella comunicazione: è attraverso la parola, financo quella interiore, come pure attraverso i gesti, le posture, le espressioni del volto, che gli esseri umani proiettano nello spazio e nel tempo il simulacro di un essere superiore, o perlomeno di una superiore dimensione dell’esistenza, cui accedere solo in occasioni extra-ordinarie, e secondo percorsi accuratamente codificati. È poi sempre nella comunicazione, largamente intesa, che questi simulacri dell’“ontologicamente altro” sono condivisi e potenziati nell’afflato di un gruppo, di una comunità, di una fede. Il numero 11-12 di Lexia getta uno sguardo partecipe ma rigoroso sulle forme semio-linguistiche di questa interazione, caratteristica dell’umano attraverso i secoli e le culture. Contemporaneamente, s’interessa al destino di tali forme nell’epoca delle società secolarizzate, o di quelle in cui le vie tradizionali del sacro convivono e competono con nuovi modi di porre la trascendenza. Da un lato, dunque, ci s’interroga su cosa siano (e su come siano) la preghiera, il rituale, e il culto nelle religioni tradizionalmente intese. Dall’altro lato, s’investigano le metamorfosi di questa comunicazione nelle avventure post-moderne del sacro, quando il senso della trascendenza si tramuta in quello di una trascendenza del senso. Ne deriva un mosaico complesso di saggi e analisi, che spaziano dalla preghiera nelle Religioni del Libro sino ai culti civili, mediatici, consumistici, artistici delle società contemporanee.

Prefazione/Preface

LEONE, Massimo
2012-01-01

Abstract

Non è solo teologicamente che si pone la trascendenza, o nel foro interiore degli individui, ma anche, e forse soprattutto, nella comunicazione: è attraverso la parola, financo quella interiore, come pure attraverso i gesti, le posture, le espressioni del volto, che gli esseri umani proiettano nello spazio e nel tempo il simulacro di un essere superiore, o perlomeno di una superiore dimensione dell’esistenza, cui accedere solo in occasioni extra-ordinarie, e secondo percorsi accuratamente codificati. È poi sempre nella comunicazione, largamente intesa, che questi simulacri dell’“ontologicamente altro” sono condivisi e potenziati nell’afflato di un gruppo, di una comunità, di una fede. Il numero 11-12 di Lexia getta uno sguardo partecipe ma rigoroso sulle forme semio-linguistiche di questa interazione, caratteristica dell’umano attraverso i secoli e le culture. Contemporaneamente, s’interessa al destino di tali forme nell’epoca delle società secolarizzate, o di quelle in cui le vie tradizionali del sacro convivono e competono con nuovi modi di porre la trascendenza. Da un lato, dunque, ci s’interroga su cosa siano (e su come siano) la preghiera, il rituale, e il culto nelle religioni tradizionalmente intese. Dall’altro lato, s’investigano le metamorfosi di questa comunicazione nelle avventure post-moderne del sacro, quando il senso della trascendenza si tramuta in quello di una trascendenza del senso. Ne deriva un mosaico complesso di saggi e analisi, che spaziano dalla preghiera nelle Religioni del Libro sino ai culti civili, mediatici, consumistici, artistici delle società contemporanee.
2012
11-12
12
28
http://www.lexia.to.it
culto; preghiera; rituale; rito; semiotica; religione
Leone M.
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