Il presente contributo ha come obiettivo l’introduzione di un approccio cognitivo al governo dell'impresa. Tale approccio sarà contestualizzato all'interno del sistema impresa e delle decisioni manageriali che ne caratterizzano la gestione strategica ed operativa. Esistono profonde relazioni che legano le scienze cognitive a quelle manageriali e sono fondate sul ruolo dell'individuo nel processo di gestione dell'impresa. Molto più frequentemente di quanto si possa immaginare le decisioni manageriali vengono prese utilizzando modelli comportamentali che seguono logiche non pienamente razionali e che sono frutto di distorsioni e dissonanze che possono spingere i manager a compiere errori sistematici. La finanza comportamentale (behavioral finance) ha studiato tali fenomeni utilizzando da un punto di vista teorico assunzioni derivate dalle scienze cognitive. Numerose evidenze empiriche dimostrano come l’irrazionalità, propria di ogni individuo, rappresenti un tratto caratterizzante dell’agire umano e, in particolare, del processo decisionale (decision making process). I fenomeni psicologici noti come distorsioni comportamentali possono essere divisi in due gruppi: il primo formato dalle euristiche e dai bias, ed il secondo dai cosiddetti effetti di framing. Seguendo tale impostazione abbiamo preliminarmente identificato i bias più comuni che possono spingere gli individui, e quindi i manager, a prendere delle decisioni influenzate da distorsioni cognitive e, in generale, da fattori emozionali; successivamente abbiamo introdotto un approccio cognitivo al governo dell’impresa, con l’obiettivo di aumentare la capacità di interpretare l’efficacia delle sue azioni. La conoscenza di tali fenomeni, dei fattori emozionali legati all’individuo e lo sviluppo di un adeguato sistema di debiasing possono rappresentare una fonte di vantaggio competitivo per l’impresa. Il processo di apprendimento che ne deriva può contribuire alla creazione di valore. Il lavoro si divide in due parti. Nella prima parte vengono contestualizzati il sistema impresa e le principali distorsioni comportamentali che caratterizzano il processo decisionale dell’individuo. Nella seconda si introduce l’approccio cognitivo al governo dell’impresa quale ulteriore chiave interpretativa della sua efficacia e strumento per l’individuazione di un meccanismo di apprendimento che riduca gli errori comportamentali, aiuti il management ad attivare un processo di debiasing e contribuisca allo sviluppo di un’intelligenza emotiva.
Decisioni manageriali, distorsioni comportamentali e fattori emozionali: introduzione a un approccio cognitivo al governo dell’ impresa
MIGLIETTA, NICOLA;BATTISTI, Enrico
2012-01-01
Abstract
Il presente contributo ha come obiettivo l’introduzione di un approccio cognitivo al governo dell'impresa. Tale approccio sarà contestualizzato all'interno del sistema impresa e delle decisioni manageriali che ne caratterizzano la gestione strategica ed operativa. Esistono profonde relazioni che legano le scienze cognitive a quelle manageriali e sono fondate sul ruolo dell'individuo nel processo di gestione dell'impresa. Molto più frequentemente di quanto si possa immaginare le decisioni manageriali vengono prese utilizzando modelli comportamentali che seguono logiche non pienamente razionali e che sono frutto di distorsioni e dissonanze che possono spingere i manager a compiere errori sistematici. La finanza comportamentale (behavioral finance) ha studiato tali fenomeni utilizzando da un punto di vista teorico assunzioni derivate dalle scienze cognitive. Numerose evidenze empiriche dimostrano come l’irrazionalità, propria di ogni individuo, rappresenti un tratto caratterizzante dell’agire umano e, in particolare, del processo decisionale (decision making process). I fenomeni psicologici noti come distorsioni comportamentali possono essere divisi in due gruppi: il primo formato dalle euristiche e dai bias, ed il secondo dai cosiddetti effetti di framing. Seguendo tale impostazione abbiamo preliminarmente identificato i bias più comuni che possono spingere gli individui, e quindi i manager, a prendere delle decisioni influenzate da distorsioni cognitive e, in generale, da fattori emozionali; successivamente abbiamo introdotto un approccio cognitivo al governo dell’impresa, con l’obiettivo di aumentare la capacità di interpretare l’efficacia delle sue azioni. La conoscenza di tali fenomeni, dei fattori emozionali legati all’individuo e lo sviluppo di un adeguato sistema di debiasing possono rappresentare una fonte di vantaggio competitivo per l’impresa. Il processo di apprendimento che ne deriva può contribuire alla creazione di valore. Il lavoro si divide in due parti. Nella prima parte vengono contestualizzati il sistema impresa e le principali distorsioni comportamentali che caratterizzano il processo decisionale dell’individuo. Nella seconda si introduce l’approccio cognitivo al governo dell’impresa quale ulteriore chiave interpretativa della sua efficacia e strumento per l’individuazione di un meccanismo di apprendimento che riduca gli errori comportamentali, aiuti il management ad attivare un processo di debiasing e contribuisca allo sviluppo di un’intelligenza emotiva.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
2012 Pironti Cap 4-DM, DC e FE.pdf
Accesso aperto
Tipo di file:
POSTPRINT (VERSIONE FINALE DELL’AUTORE)
Dimensione
356.8 kB
Formato
Adobe PDF
|
356.8 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.