La criptococcosi, pur rappresentando una delle infezioni fungine più frequenti in corso di AIDS, negli ultimi anni sta acquistando importanza anche in pazienti immunocompromessi HIV-negativi ed in pazienti immunocompetenti in condizioni mediche o cliniche critiche. Il trattamento di questa patologia opportunistica prevede l’impiego di anfotericina B e di 5-fluorocitosina nelle infezioni più severe e di derivati azolici, come il fluconazolo, nel trattamento di infezioni lievi o localizzate e nella terapia di mantenimento. Il voriconazolo, agente antifungino triazolico di seconda generazione dotato di una maggiore solubilità rispetto al fluconazolo, possiede un’attività antimicotica ampliata rispetto al fluconazolo ed è consigliato in sostituzione del fluconazolo ed in associazione con la 5-fluorocitosina. Il voriconazolo esercita nei confronti di Cryptococcus neoformans un’attività antifungina maggiore rispetto al fluconazolo e, quindi, ceppi resistenti al fluconazolo risultano generalmente sensibili al voriconazolo, anche se, in questi ultimi anni, il problema della resistenza in tema di farmaci antifungini sta assumendo una rilevanza crescente, facendo emergere il problema dell’appropriata scelta terapeutica. Nel presente lavoro riportiamo l’isolamento da emocoltura di un ceppo di C. neoformans fluconazolo e voriconazolo-resistente proveniente da un paziente rumeno di 22 anni, HBcAg positivo e HIV-negativo, sottoposto ad amputazione di parte della gamba destra in seguito ad incidente automobilistico. La segnalazione di questo caso evidenzia come la resistenza possa insorgere anche per nuovi farmaci come il voriconazolo, suggerendo la necessità di una maggiore sorveglianza della sensibilità antifungina, per evitare la diffusione di ceppi multiresistenti, soprattutto alla popolazione immunocompromessa.
Isolamento di un ceppo di Cryptococcus neoformans fluconazolo e voriconazolo-resistente
MANDRAS, Narcisa;ROANA, Janira;TULLIO, Viviana Cristina;SCALAS, Daniela;BANCHE, Giuliana;ALLIZOND, VALERIA;CUFFINI, Annamaria;CARLONE, Nicola
2008-01-01
Abstract
La criptococcosi, pur rappresentando una delle infezioni fungine più frequenti in corso di AIDS, negli ultimi anni sta acquistando importanza anche in pazienti immunocompromessi HIV-negativi ed in pazienti immunocompetenti in condizioni mediche o cliniche critiche. Il trattamento di questa patologia opportunistica prevede l’impiego di anfotericina B e di 5-fluorocitosina nelle infezioni più severe e di derivati azolici, come il fluconazolo, nel trattamento di infezioni lievi o localizzate e nella terapia di mantenimento. Il voriconazolo, agente antifungino triazolico di seconda generazione dotato di una maggiore solubilità rispetto al fluconazolo, possiede un’attività antimicotica ampliata rispetto al fluconazolo ed è consigliato in sostituzione del fluconazolo ed in associazione con la 5-fluorocitosina. Il voriconazolo esercita nei confronti di Cryptococcus neoformans un’attività antifungina maggiore rispetto al fluconazolo e, quindi, ceppi resistenti al fluconazolo risultano generalmente sensibili al voriconazolo, anche se, in questi ultimi anni, il problema della resistenza in tema di farmaci antifungini sta assumendo una rilevanza crescente, facendo emergere il problema dell’appropriata scelta terapeutica. Nel presente lavoro riportiamo l’isolamento da emocoltura di un ceppo di C. neoformans fluconazolo e voriconazolo-resistente proveniente da un paziente rumeno di 22 anni, HBcAg positivo e HIV-negativo, sottoposto ad amputazione di parte della gamba destra in seguito ad incidente automobilistico. La segnalazione di questo caso evidenzia come la resistenza possa insorgere anche per nuovi farmaci come il voriconazolo, suggerendo la necessità di una maggiore sorveglianza della sensibilità antifungina, per evitare la diffusione di ceppi multiresistenti, soprattutto alla popolazione immunocompromessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.