Questa comunicazione preliminare apre prospettive di approfondimento e di ricerca molto interessanti per tutta la Valle Scrivia. Infatti lo studio complessivo dei materiali archeologici, se dovesse confermare, per la parte relativa a quelli medievali, una consistente percentuale di forme vascolari riconducibili al VI-VII secolo porterebbe ad una revisione di molti luoghi comuni che ipotizzavano per questa fascia territoriale, compresa tra gli Appennini e il mare, una fase di desertificazione e di profonda regressione economica. In modo particolare se le attribuzioni di manifatture africane venissero confermate dalle analisi minero-petrografiche in fase di realizzazione, una correlazione con i dati del villaggio del «Refundou» -in cui peraltro sono presenti anfore africane tardoantiche- imporrebbe di riconsiderare in modo definitivo la circostanza che la via Postumia, e di conseguenza le merci che venivano trasportate lungo i suoi itinerari, non fosse affatto decaduta alla fine del V secolo e quindi il mantenimento di un collegamento attivo con lo scalo marittimo di Genova, nonostante le trasformazioni socio-politiche in corso. Inoltre anticipare di oltre due secoli la cronologia del contesto di Savignone, relativamente al quale i documenti, come si è visto, attribuiscono la presenza stabile di una abbazia perlomeno a partire dalla seconda metà del IX secolo, implica la necessità di ipotizzare che una fase insediativa dovesse precedere quella canonicamente attestata dalle fonti scritte. Allo stato attuale delle nostre conoscenze non possiamo però precisare se si potesse trattare di una comunità religiosa o di un diverso tipo di insediamento, anche se la possibilità di scrivere «un’altra storia» costituisce un valido incoraggiamento per continuare e sviluppare le ricerche in corso.

Archeologia e storia di un insediamento religioso medievale in Valle Scrivia (Genova): San Pietro di Savignone

DE VINGO, Paolo
2006-01-01

Abstract

Questa comunicazione preliminare apre prospettive di approfondimento e di ricerca molto interessanti per tutta la Valle Scrivia. Infatti lo studio complessivo dei materiali archeologici, se dovesse confermare, per la parte relativa a quelli medievali, una consistente percentuale di forme vascolari riconducibili al VI-VII secolo porterebbe ad una revisione di molti luoghi comuni che ipotizzavano per questa fascia territoriale, compresa tra gli Appennini e il mare, una fase di desertificazione e di profonda regressione economica. In modo particolare se le attribuzioni di manifatture africane venissero confermate dalle analisi minero-petrografiche in fase di realizzazione, una correlazione con i dati del villaggio del «Refundou» -in cui peraltro sono presenti anfore africane tardoantiche- imporrebbe di riconsiderare in modo definitivo la circostanza che la via Postumia, e di conseguenza le merci che venivano trasportate lungo i suoi itinerari, non fosse affatto decaduta alla fine del V secolo e quindi il mantenimento di un collegamento attivo con lo scalo marittimo di Genova, nonostante le trasformazioni socio-politiche in corso. Inoltre anticipare di oltre due secoli la cronologia del contesto di Savignone, relativamente al quale i documenti, come si è visto, attribuiscono la presenza stabile di una abbazia perlomeno a partire dalla seconda metà del IX secolo, implica la necessità di ipotizzare che una fase insediativa dovesse precedere quella canonicamente attestata dalle fonti scritte. Allo stato attuale delle nostre conoscenze non possiamo però precisare se si potesse trattare di una comunità religiosa o di un diverso tipo di insediamento, anche se la possibilità di scrivere «un’altra storia» costituisce un valido incoraggiamento per continuare e sviluppare le ricerche in corso.
2006
IV Congresso Nazionale di Archeologia Medievale
Abbazia di S.Galgano (Chiusdino-Siena)
26-30 settembre 2006
Atti del IV Congresso Nazionale di Archeologia Medievale
Edizioni All'Insegna del Giglio s.a.s.
IV
334
339
887814469X
medioevo monachesimo regole; Provincie africane; Longobardi; Valle Scrivia
de Vingo P
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