Il paper ricostruisce ed analizza criticamente il contributo della venture philanthropy alla conciliazione degli obiettivi di competitività economica e coesione sociale, in sistemi locali che sperimentano la difficile transizione dal capitalismo industriale al capitalismo avanzato, nel quadro dell’attuale congiuntura globale negativa. L’emergere di approccio sussidiario allo sviluppo locale viene delineato nei suoi fattori costitutivi ed interpretato come l’esito: da un lato, dell’adattamento della proposta nata negli Stati Uniti alle sensibilità culturali, alle specificità istituzionali e del contesto socio-economico, ai requisiti caratterizzanti il profilo delle organizzazioni non profit europee; dall’altro della capacità degli attori nazionali di mettere a punto applicazioni caratteristiche. Alla luce della rastremata letteratura di riferimento e di un’indagine qualitativa, l’argomentazione: ricostruisce dei requisiti strutturali del modello teorico di riferimento e delle dinamiche per mezzo delle quali esso si configura, consolida e diffonde; individua le modalità e gli esiti della transizione nel vecchio continente e dell’approdo in Italia; approfondisce il ruolo della Fondazione CRT – una delle maggiori fondazioni di origine bancaria italiane – nello sviluppo e sperimentazione di un impianto più diversificato di quelli riscontrabili nel panorama internazionale e, quindi, candidato ad accreditare standard di riferimento del settore. Lo studio si conclude con un’analisi critica del potenziale apporto e dei limiti di tale modalità di management alla definizione di policy territoriali capaci di assicurare alla realtà locale un adeguato posizionamento nascente economia della conoscenza e nei flussi transazionali che la caratterizzano.
Venture Philanthropy ed economia della conoscenza: lo strutturarsi di un approccio sussidiario allo sviluppo locale
CUGNO, Anna;CUGNO, MONICA
2012-01-01
Abstract
Il paper ricostruisce ed analizza criticamente il contributo della venture philanthropy alla conciliazione degli obiettivi di competitività economica e coesione sociale, in sistemi locali che sperimentano la difficile transizione dal capitalismo industriale al capitalismo avanzato, nel quadro dell’attuale congiuntura globale negativa. L’emergere di approccio sussidiario allo sviluppo locale viene delineato nei suoi fattori costitutivi ed interpretato come l’esito: da un lato, dell’adattamento della proposta nata negli Stati Uniti alle sensibilità culturali, alle specificità istituzionali e del contesto socio-economico, ai requisiti caratterizzanti il profilo delle organizzazioni non profit europee; dall’altro della capacità degli attori nazionali di mettere a punto applicazioni caratteristiche. Alla luce della rastremata letteratura di riferimento e di un’indagine qualitativa, l’argomentazione: ricostruisce dei requisiti strutturali del modello teorico di riferimento e delle dinamiche per mezzo delle quali esso si configura, consolida e diffonde; individua le modalità e gli esiti della transizione nel vecchio continente e dell’approdo in Italia; approfondisce il ruolo della Fondazione CRT – una delle maggiori fondazioni di origine bancaria italiane – nello sviluppo e sperimentazione di un impianto più diversificato di quelli riscontrabili nel panorama internazionale e, quindi, candidato ad accreditare standard di riferimento del settore. Lo studio si conclude con un’analisi critica del potenziale apporto e dei limiti di tale modalità di management alla definizione di policy territoriali capaci di assicurare alla realtà locale un adeguato posizionamento nascente economia della conoscenza e nei flussi transazionali che la caratterizzano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.