L’articolo introduce e presenta i contributi del numero monografico della rivista Studi sulla Questione Criminale dedicato ai crimini di impresa. Sono richiamate le ragioni dell’interesse per la questione, sia dal punto di vista della ricerche che degli eventi che hanno investito in tempi recenti la giustizia penale (i casi dell’Eternit e della TyssenKrupp). L’insieme de contributi presentati rimanda alla categoria dei crimini di impresa, risultato di decisioni deliberate (sia nel senso di azioni che di omissioni consapevoli) per garantire ad essa vantaggi o guadagni. Più in particolare alla categoria di health and safety crime, ossia le violazioni alle norme poste a tutela della salute e sicurezza sul lavoro, ma che possono anche produrre danni alla salute alle popolazioni che vivono nel contesto prossimo alle imprese. Al lettore è presentato il contributo che i vari saggi offrono all’esigenza di rispondere ad alcune importanti domande: che cosa sta cambiando nel complesso rapporto tra crimini di impresa, loro percezione sociale, modalità di agire di chi ne è vittima, ruolo della giustizia penale? In quale grado continuano a imperare le false credenze (intrise di negazioni e giustificazioni) intorno alla natura di vera e propria criminalità di azioni (o omissioni volute scientemente) che provocano morte o danni gravi alle persone? Quali condizioni culturali sono (o possono essere) alla base di una reazione sociale (nell’opinione pubblica, nei mezzi di comunicazione, nelle vittime) che sollecita e sostiene una adeguata reazione istituzionale? Quali condizioni, anche organizzative, possono consentire di indagare adeguatamente questa tipologia di reati in modo da veder riconosciute, in sede processuale, le responsabilità penali? E infine: quanto l’impegno della magistratura e le stesse condanne penali, la mobilitazione di lavoratori, di movimenti delle vittime, di tanti cittadini e intellettuali consapevoli produce sul piano degli effetti concreti, ma soprattutto in termini preventivi, ovvero di induzione a cambiamenti strutturali rispetto al paradigma dominante che quei danni e quella violenza hanno provocato?

I crimini di impresa tra negazione e riconoscimento

PRINA, Franco
2013-01-01

Abstract

L’articolo introduce e presenta i contributi del numero monografico della rivista Studi sulla Questione Criminale dedicato ai crimini di impresa. Sono richiamate le ragioni dell’interesse per la questione, sia dal punto di vista della ricerche che degli eventi che hanno investito in tempi recenti la giustizia penale (i casi dell’Eternit e della TyssenKrupp). L’insieme de contributi presentati rimanda alla categoria dei crimini di impresa, risultato di decisioni deliberate (sia nel senso di azioni che di omissioni consapevoli) per garantire ad essa vantaggi o guadagni. Più in particolare alla categoria di health and safety crime, ossia le violazioni alle norme poste a tutela della salute e sicurezza sul lavoro, ma che possono anche produrre danni alla salute alle popolazioni che vivono nel contesto prossimo alle imprese. Al lettore è presentato il contributo che i vari saggi offrono all’esigenza di rispondere ad alcune importanti domande: che cosa sta cambiando nel complesso rapporto tra crimini di impresa, loro percezione sociale, modalità di agire di chi ne è vittima, ruolo della giustizia penale? In quale grado continuano a imperare le false credenze (intrise di negazioni e giustificazioni) intorno alla natura di vera e propria criminalità di azioni (o omissioni volute scientemente) che provocano morte o danni gravi alle persone? Quali condizioni culturali sono (o possono essere) alla base di una reazione sociale (nell’opinione pubblica, nei mezzi di comunicazione, nelle vittime) che sollecita e sostiene una adeguata reazione istituzionale? Quali condizioni, anche organizzative, possono consentire di indagare adeguatamente questa tipologia di reati in modo da veder riconosciute, in sede processuale, le responsabilità penali? E infine: quanto l’impegno della magistratura e le stesse condanne penali, la mobilitazione di lavoratori, di movimenti delle vittime, di tanti cittadini e intellettuali consapevoli produce sul piano degli effetti concreti, ma soprattutto in termini preventivi, ovvero di induzione a cambiamenti strutturali rispetto al paradigma dominante che quei danni e quella violenza hanno provocato?
2013
VIII
1
7
23
Criminalità di impresa; Criminalizzazione; Vittimizzazione; Organizzazione uffici giudiziari; Ruolo ricerca sociologica
Prina Franco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2318/136059
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